La parola prevedere, nei mercati finanziari, non esiste. Bisogna diffidare da tutti gli pseudo guru che raccontano storie di previsioni basate su non si sa quali principi.
Attraverso l’analisi tecnica, però, è possibile analizzare la forza relativa tra settori, ovvero l’analisi del comportamento (andamento) di un settore rispetto all’altro, valutando quali sono i più forti e quali i più deboli.
In una fase di mercato in cui gli investitori sono disposti a prendersi dei rischi (fase di risk-on) i settori aggressivi (tecnologico, consumi discrezionali, comunicazioni) sono quelli che devono essere più forti rispetto ai difensivi (consumi di base, utilities).
Questo significa che se il mercato sale, i settori aggressivi devono salire di più di quelli difensivi.
A dicembre 2021 la situazione è stata opposta: mentre l’S&P500 metteva a segno nuovi massimi, i settori aggressivi non mostravano forza, a differenza di quelli difensivi.
Agli americani piace parlare di “under the hood” ( tradotto letteralmente “sotto il cofano”) per identificare quei movimenti che avvengono nel mercato azionario che non sono di pubblico dominio e che, di conseguenza, non hanno propagazione mediatica.
Analizzando i rapporti di forza relativa tra i settori ci si poteva accorgere di come Wall Street stesse ruotando i capitali dai settori aggressivi a quelli difensivi.
Cosa fare in queste fasi?
In una situazione così delicata sarebbe stato saggio scaricare un po’ di esposizione azionaria e comprare qualche put a copertura del portafoglio, dato che fare timing correttamente per uno short poteva essere difficile dato che l’indice metteva a segno sempre nuovi massimi.
In sintesi, l’analisi di forza relativa è un potente alleato per un trader e un investitore, che permette di identificare potenziali situazioni di pericolo o di ripresa per il mercato azionario.
Ancor prima di riempire i grafici con mille indicatori creati su qualsiasi tipo di calcolo, vale la pena ricordarsi che il prezzo è la cosa più importante, ma soprattutto il suo paragone rispetto all’indice di riferimento.
Marco Ghielmetti e Flavio Verdirosi
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