Certificati d'investimento, il lato oscuro ai risparmiatori

Salvatore Gaziano Salvatore Gaziano - 09/07/2020 10:24

Il crollo del colosso tedesco tecnologico Wirecard in uno scandalo finanziario che ha bruciato decine di miliardi di euro ha coinvolto anche migliaia di risparmiatori italiani che detenevano certificati o certificates d’investimento che nel loro paniere avevano questo titolo. Il crollo di questo titolo, infatti, ha fatto sprofondare il valore dei certificati da 100 quasi a zero aggiungendo il danno serio alla beffa visto che molti risparmiatori avevano acquistato i certificati contando sul “cedolone” al fine di diminuire le minusvalenze in portafoglio. A perdita si è assommata ora così mega perdita.

Ammetto di restare ancora impressionato (e di anni di esperienza ne ho parecchia in questo settore visto che sono considerato fra i “pionieri”) per la quantità di prodotti e strumenti finanziari "mangia-soldi" che i risparmiatori si fanno docilmente inserire come asset del proprio giardinetto di investimenti. Certo, alcuni investitori li scelgono personalmente, ma sono sempre di più gli intermediari che consigliano i certificati a risparmiatori poco consapevoli del funzionamento e dei rischi di questi prodotti.

I certificati, insieme a unit linked, fondi d'investimento (soprattutto a cedola, target, multi-asset e fondi di private equity), sono nella lista nera che ogni risparmiatore che ha a cuore il proprio patrimonio (e non quello del proprio intermediario) dovrebbe mettere in cima alla lista e valutarli con grande attenzione soprattutto sul tema costi/benefici.

Come SoldiExpert SCF abbiamo spesso messo in guardia su diversi meccanismi che riguardano i certificati come numerosi prodotti collocati spesso selvaggiamente alla clientela di banche e intermediari facendola “troppo facile”.

Di cosa si tratta innanzitutto quando si parla di certificati o certificates e cosa guardare nelle valutazioni? Certamente vi sarà capitato di ricevere una email o l’offerta di “banker” o pubblicità talvolta camuffate da articoli che tessono le lodi di uno di questi magici prodottini che sembrano realizzare il desiderio di ogni investitore: ottenere guadagni senza grossi rischi, frutti generosi senza grandi fatiche. Delle “scommesse” da piazzare sui mercati legati ad azioni, tassi di interesse, materie prime: dall’ago alla pelliccia.

Voi li acquistate e in base all’andamento di alcuni titoli contenuti (il “basket” di titoli), se si realizzano alcune condizioni (che sembrano spesso a una prima occhiata molto di buon senso e quasi impossibile che non si possano realizzare) al termine del periodo prefissato potete incassare il ricco “bottino”. Inoltre, durante il viaggio, se previsto, potreste anche incassare delle cedole niente male. Insomma, sulla carta la quadratura del cerchio.

In finanza nessuno regala nulla e il fatto che i certificati siano fra i prodotti più venduti da banche e reti negli ultimi anni (e pagando commissioni salatissime per collocarli a spese degli investitori) dovrebbe allertare molti risparmiatori. Vale sempre la stessa regola: quando alzi le provvigioni agli agenti venditori o il prodotto ha margini molto alti o è una fregatura per chi lo compra. O entrambi.

Da valutare quindi il fatto che quando banche e reti collocano (ovvero riescono a piazzare nel portafoglio di un investitore) un certificato ottengono subito una robusta retrocessione, chiamata commissione di collocamento, che può arrivare anche al 4-5% del prezzo di emissione. Dopo il collocamento spesso si assiste infatti alla discesa con queste percentuali sul mercato dove sono quotati nel mercato secondario….
Quindi la regola n.1 è stare quasi sempre senza eccezioni ben lontani dal mercato primario ovvero dal comprarli in collocamento e anche nel secondario ovvero nella selezione dei certificati quotati muoversi come i ricci in amore: con grande attenzione!
Non proprio briciole le commissioni citate sopra e questo fa capire perché ogni anno decine di miliardi di euro di certificati vengono collocate e letteralmente spinti nei portafogli dei risparmiatori.

Abbiamo perciò raccolto l'invito, insieme ad altri consulenti finanziari indipendenti, di Alfonso Scarano, presidente di Assotag, l'Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria, a spiegare nel modo più semplice e completo le ragioni per cui questi strumenti non sono affatto il Bengodi che viene venduto al risparmiatore.

Il video è disponibile sul nostro canale Youtube di SoldiExpert, sul nostro blog o direttamente all’indirizzo bit.ly/tutorial-certificati

Articolo a cura di Salvatore Gaziano - SoldiExpert SCF

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