Calendario macro: i market mover della settimana.

Rossana Prezioso Rossana Prezioso - 30/01/2023 10:02

Ritornano le banche centrali. Tra mercoledì e giovedì, infatti, Bce, Federal Reserve e Bank of England decideranno sui tassi. Ma non saranno le sole ad occupare la scena. Protagonisti dei prossimi giorni, infatti, oltre ai vari istituti che, dagli USA all’Eurozona, torneranno a stabilire le varie politiche finanziarie, saranno anche molti importantissimi dati macro. Tra questi i dati provvisori sui vari prodotti interni lordi di nazioni come Italia, Germania e Francia e i prezzi al consumo (dato provvisorio) di Italia ed Eurozona, solo per citarne qualcuno. Novità decisive anche per gli USA con i dati riguardanti il mondo del lavoro. 


 

Lunedì: calendario ricco

Settimana ricca di appuntamenti che vedono agende fitte già dal primo giorno. Lunedì, infatti, si trovano in elenco: le vendite al dettaglio di dicembre e i prezzi al consumo (dato provvisorio) di gennaio di Madrid, il prodotto interno lordo (dato provvisorio) di Berlino (quarto trimestre) e, per l’Italia, la bilancia commerciale extra UE e i prezzi alla produzione, entrambi riferiti a dicembre. Allargando la view all’intera Eurozona non si devono dimenticare i dati sulla fiducia (imprese, consumatori ed economica) di gennaio. A chiudere la carrellata sarà Washington con l’indice Fed di Dallas di gennaio. 


 

Martedì: PIL tricolore e non solo

Nutrita anche l’agenda del secondo giorno. Ad aprire le danze sarà il Giappone con tasso di disoccupazione, vendite al dettaglio, produzione industriale (dato provvisorio) e fiducia dei consumatori, tutti quanti focalizzati su dicembre. Successivamente sarà la volta della Francia con il suo PIL del quarto trimestre (dato provvisorio), i prezzi al consumo (dato provvisorio) di gennaio e quelli alla produzione di dicembre. Attenzione anche alla Germania con i prezzi import di dicembre. E per l’Italia? Come anticipato, sarà una giornata importante anche per l’economia tricolore con le retribuzioni contrattuali (quarto trimestre), il PIL del quarto trimestre (dato provvisorio) ed il tasso di disoccupazione di dicembre. Ma i dati provvisori sulla ricchezza prodotta nell’ultimo trimestre dello scorso anno riguarderanno anche l’intera Eurozona. Per la Germania, infine, i numeri (dato provvisorio) dell’inflazione di gennaio. Gli USA parteciperanno con l’indice FHFA prezzi case e l’S&P Case-Schiller entrambi di novembre affiancati dall’indice Fed di Dallas di gennaio e dai dati sull’indice costo del lavoro del quarto trimestre. 


 

Mercoledì: inflazione italiana
Continuano le rilevazioni che interessano l’Italia in particolare con i prezzi al consumo di gennaio (dato provvisorio), dato che riguarderà anche l’Eurozona. La stessa, poi, conoscerà il suo tasso di disoccupazione (dicembre) e il PMI manifatturiero di gennaio. Prima, però, arriveranno sul tavolo degli analisti i dati PMI cinesi del manifatturiero (Caixin) di gennaio. Negli USA, infine, oltre al PMI manifatturiero saranno pubblicati i numeri dell’ISM manifatturiero e degli occupati ADP, tutti riferiti a gennaio. Parallelamente sarà anche la volta delle spese costruzioni di dicembre e dei dati settimanali sulle richieste mutui e sulle scorte di petrolio.


 

Giovedì: fari sugli USA 

La giornata comincerà con la bilancia commerciale tedesca di dicembre per proseguire, poi, con la disoccupazione spagnola di gennaio. Il resto della giornata sarà occupato, invece, dai dati macro a stelle e strisce. In particolare, oltre ai dati sulla produttività del quarto trimestre e al costo unitario del lavoro (entrambi del quarto trimestre), il challenger licenziamenti di gennaio e gli ordini all’industria di gennaio e i dati settimanali sugli stoccaggi gas e le richieste sussidi di disoccupazione. 


 

Venerdì: tutto Europa

A parte di dati Caixin sui servizi di gennaio e la produzione industriale francese di dicembre, sul tavolo degli analisti si troveranno principalmente i dati europei di prezzi alla produzione di dicembre e quelli PMI di gennaio (composito e servizi). Per gli USA, che chiuderanno il cerchio, i dati di gennaio di: variazioni occupati, tasso di disoccupazione, PMI (composito e servizi) e, infine, l’ISM non manifatturiero. 

 

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