Un nuovo mese si apre oggi e con lui anche una nuova settimana ricca di eventi, anche per il panorama nostrano.
Lunedì: Italia subito protagonista
Il primo giorno della settimana inizia subito con la pubblicazione di un dato sensibile sull’economia del Belpaese e dell’Europa: i PMI, ovvero l’Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero. Le previsioni parlano di un risultato che per l’Italia dovrebbe essere di 47,1 contro l’attuale livello di 47,7. Il precedente, invece, arrivava a 47,8 punti. Per la stessa rilevazione (PMI manifatturiero) ma a livello europeo, si guarda ad una conferma del precedente 47,6. In ottica “nazionale”, quindi in Italia, risultano essere particolarmente interessanti i numeri del tasso di disoccupazione mensile. Questo, infatti, rappresenta la potenziale forza lavoro che è senza impiego o che ne cerca uno. L’attuale 10,5% dovrebbe essere sostituito, secondo le previsioni, da un risultato di 10,4%.
Attenzione, in eurozona, anche per quanto concerne i prezzi al consumo (attesa la conferma dell’1,5%) e della disoccupazione (prevista anche qui conferma sul 7,8%). PMI anche per Washington, con previsioni di conferma: in questo caso il dato di marzo dovrebbe essere 52,5. Rimanendo negli States lo sguardo arriva sull’indice ISM di marzo: il precedente di febbraio di 54,2 dovrebbe essere sostituito da un 54,1. Ultimo dato importante per gli Usa: le vendite al dettaglio di febbraio. Qui, il consensus guarda ad uno 0,3% dopo il precedente 0,2%.
Martedì: ordini di beni durevoli made in USA
Il martedì non sarà molto generoso sui dati macro. All’orizzonte, infatti, si intravedono solo i prezzi alla produzione dell’eurozona di febbraio. Le previsioni parlano di un risultato mensile a che dallo 0,4% dovrebbe scendere a 0,1%. In ottica annuale, invece, sempre lo stesso dato potrebbe vedere un 3,1% invece del precedente 3%. Come detto in altre occasioni, l'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali riguarda le variazioni dei prezzi creati durante la prima fase della commercializzazione. Nello specifico i prezzi franco magazzino, al netto delle imposte. Gli Stati Uniti, invece, saranno alle prese con gli ordini di beni durevoli ovvero quegli ordini che indicano le variazioni dei nuovi ordini di fabbrica a fornitori domestici. Gli analisti pensano che il dato di gennaio pari a 0,4% sarà sostituito da un -1,3% su febbraio.
Mercoledì: Usa ed Ue con i PMI
Ben più ricca l’agenda di mercoledì. Si parte con il PMI e le vendite al dettaglio in Europa. I PMI composito di marzo, quindi il dato indicante la crescita dell'attività economica dell’area presa in considerazione, saranno pubblicati sia per gli Usa che per la Zona Euro. In questo secondo caso dovrebbero vedere, a marzo, una conferma dei 52,3 punti della precedente rilevazione. Per quanto riguarda gli Usa, invece, i 54,3 punti del composito di febbraio dovrebbero essere confermati, così come i 54,8 del PMI dei servizi. In primo piano anche l’ISM non manifatturiero di febbraio a 58,2, secondo le previsioni, che si distacca dal precedente di 58,7 punti. Restando in America, i dati sul lavoro e per la precisione il numero degli occupati ADP di marzo. Le 183mila unità di febbraio dovrebbero essere sostituite dalle 175mila stimate dal consensus su marzo. Tornando nel Vecchio Continente, le ultime note riguarderanno le vendite al dettaglio di febbraio che si dovrebbero attestare a 0,2%.
Giovedì e venerdì divisi tra Germania e Usa
Ultimi due giorni di settimana piuttosto scarni sul fronte macro. Giovedì, infatti, si avrà, tra i numeri più rilevanti, quello degli ordini industriali della Germania. Un risultato di particolare importanza visto il -2,6% del dato di gennaio che dovrebbe essere sostituito, almeno stando a quanto detto dagli analisti, da uno 0,1% di febbraio. Berlino al centro della scena anche venerdì con la produzione industriale di febbraio. In questo caso le previsioni parlano di un uno 0,5% contro il precedente -0,8%. Dall’altra parte dell’oceano, invece, l’attenzione sarà per il tasso di disoccupazione: i minimi storici del 3,8% di febbraio, dovrebbero essere confermati anche per marzo.
Articolo a cura di Rossana Prezioso
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