BTP 2067: opportunità oppure rischio ?

Gabriele Bellelli Gabriele Bellelli - 13/10/2016 00:06

Recentemente è stato emesso il BTP 2,80% con scadenza 2067 (codice isin IT0005217390) e numerosi investitori mi hanno scritto per chiedermi informazioni e se si tratta di un'opportunità interessante di investimento.

Dato il grande interesse e l'elevato numero di email ricevute, ho deciso di rispondere pubblicamente con questo articolo scritto ad hoc per illustrare pregi e difetti di questo prodotto finanziario.

 

Se non fosse per la sua lunghissima scadenza (marzo 2067, ossia 50 anni), si tratterebbe di un normalissimo titolo di stato che stacca una cedola fissa del 2,80% annuo (1,40% semestrale) e con il classico taglio minimo da 1.000 euro.

Per concretizzare il discorso, se acquistato alle quotazioni di oggi (96,75) e portato a scadenza, questo BTP offrirebbe un rendimento lordo annuo del 2,92% ed un cash flow (simulato su un capitale di 20.000 euro) come illustrato nelle immagini sottostanti. 

 

rendimento BTP 2067 bellelli 

 

 

Data Entrata monetaria Valore
01/03/2017 280 euro Cedola
01/09/2017 280 euro Cedola
01/03/2018 280 euro Cedola
01/09/2018 280 euro Cedola
01/03/2019 280 euro Cedola
01/09/2019 280 euro Cedola
01/03/2020 280 euro Cedola
01/09/2020 280 euro Cedola
01/03/2021 280 euro Cedola
01/09/2021 280 euro Cedola
01/03/2022 280 euro Cedola
01/09/2022 280 euro Cedola
01/03/2023 280 euro Cedola
01/09/2023 280 euro Cedola
01/03/2024 280 euro Cedola
01/09/2024 280 euro Cedola
01/03/2025 280 euro Cedola
01/09/2025 280 euro Cedola
01/03/2026 280 euro Cedola
01/09/2026 280 euro Cedola
01/03/2027 280 euro Cedola
01/09/2027 280 euro Cedola
01/03/2028 280 euro Cedola
01/09/2028 280 euro Cedola
01/03/2029 280 euro Cedola
01/09/2029 280 euro Cedola
01/03/2030 280 euro Cedola
01/09/2030 280 euro Cedola
01/03/2031 280 euro Cedola
01/09/2031 280 euro Cedola
01/03/2032 280 euro Cedola
01/09/2032 280 euro Cedola
01/03/2033 280 euro Cedola
01/09/2033 280 euro Cedola
01/03/2034 280 euro Cedola
01/09/2034 280 euro Cedola
01/03/2035 280 euro Cedola
01/09/2035 280 euro Cedola
01/03/2036 280 euro Cedola
01/09/2036 280 euro Cedola
01/03/2037 280 euro Cedola
01/09/2037 280 euro Cedola
01/03/2038 280 euro Cedola
01/09/2038 280 euro Cedola
01/03/2039 280 euro Cedola
01/09/2039 280 euro Cedola
01/03/2040 280 euro Cedola
01/09/2040 280 euro Cedola
01/03/2041 280 euro Cedola
01/09/2041 280 euro Cedola
01/03/2042 280 euro Cedola
01/09/2042 280 euro Cedola
01/03/2043 280 euro Cedola
01/09/2043 280 euro Cedola
01/03/2044 280 euro Cedola
01/09/2044 280 euro Cedola
01/03/2045 280 euro Cedola
01/09/2045 280 euro Cedola
01/03/2046 280 euro Cedola
01/09/2046 280 euro Cedola
01/03/2047 280 euro Cedola
01/09/2047 280 euro Cedola
01/03/2048 280 euro Cedola
01/09/2048 280 euro Cedola
01/03/2049 280 euro Cedola
01/09/2049 280 euro Cedola
01/03/2050 280 euro Cedola
01/09/2050 280 euro Cedola
01/03/2051 280 euro Cedola
01/09/2051 280 euro Cedola
01/03/2052 280 euro Cedola
01/09/2052 280 euro Cedola
01/03/2053 280 euro Cedola
01/09/2053 280 euro Cedola
01/03/2054 280 euro Cedola
01/09/2054 280 euro Cedola
01/03/2055 280 euro Cedola
01/09/2055 280 euro Cedola
01/03/2056 280 euro Cedola
01/09/2056 280 euro Cedola
01/03/2057 280 euro Cedola
01/09/2057 280 euro Cedola
01/03/2058 280 euro Cedola
01/09/2058 280 euro Cedola
01/03/2059 280 euro Cedola
01/09/2059 280 euro Cedola
01/03/2060 280 euro Cedola
01/09/2060 280 euro Cedola
01/03/2061 280 euro Cedola
01/09/2061 280 euro Cedola
01/03/2062 280 euro Cedola
01/09/2062 280 euro Cedola
01/03/2063 280 euro Cedola
01/09/2063 280 euro Cedola
01/03/2064 280 euro Cedola
01/09/2064 280 euro Cedola
01/03/2065 280 euro Cedola
01/09/2065 280 euro Cedola
01/03/2066 280 euro Cedola
01/09/2066 280 euro Cedola
01/03/2067 20280 euro Capitale + cedola
     
TOTALE LORDO 48280 EURO  
TOTALE NETTO 44724,85 EURO  

 

 

Indubbiamente si tratta di un buon prodotto per le banche, per le assicurazioni e per i fondi pensioni mentre (a mio avviso) per il risparmiatore è un prodotto che presenta più rischi che opportunità.

 

 

Il principale pregio, che viene percepito dai risparmiatori, consiste nell'ammontare della cedola e nel rendimento che, se rapportati alla fame di rendimento che c'è oggi sui mercati, appaiono interessanti e degni di nota.

In realtà si tratta di una percezione errata, o quantomeno che può trarre in inganno l'investitore inesperto, e che deve essere contestualizzata.

 

 

La principale criticità di questo BTP consiste nel rischio prezzo.

Un risparmiatore deve essere infatti cosciente che in caso di aumento dei tassi di interesse, oppure di una diminuzione della percezione della solvibilità dello stato italiano, il prezzo di questo BTP (a causa della sua elevata "duration") subirebbe un forte ribasso.

Per dare un'idea concreta di questo rischio, basti sapere che un aumento dei tassi dello 0,50% determinerebbe un ribasso del prezzo di circa il 12% ...non c'è che dire, uno schiaffo niente male a fronte di un rialzo dei tassi davvero contenuto (oltre che realistico nell'arco di qualche anno)!

Se si concretizzasse questo scenario, il risparmiatore rischierebbe di ritrovarsi incastrato con una posizione in perdita, con un prezzo di carico elevato, con una scadenza molto lunga e con un rendimento basso (che come vedremo nelle prossime righe, potrebbe anche non coprire dall'inflazione).

 

La seconda criticità consiste nel fatto che il rendimento è interessante solo in apparenza.

Se infatti confrontiamo il rendimento di questo BTP (2,92%) con il fratello matusalemme (BTP 2,70% marzo 2047), che al prezzo odierno (104,33) offre un rendimento lordo annuo del 2,49% con una duration del 21,08, emerge come il maggiore rendimento lordo annuo dello 0,43% (ossia 2,92-2,49) non compensi il forte aumento del rischio.

C'è qualcuno che pensa che abbia senso aumentare la scadenza di 20 anni per ottenere in più un misero 0,43% lordo annuo? 

 

Non dimentichiamo inoltre due concetti fondamentali: il primo è che rischio e rendimento sono due facce della stessa medaglia mentre il secondo concetto è che oggi i titoli di stato offrono rendimenti estremamente compressi e bassi rispetto alla media storica.

Questo significa che se non c'è rendimento, quello che resta nei titoli di stato è solo il rischio.

Sintetizzando al massimo, come ho detto e scritto numerose volte nel corso degli ultimi mesi, i titoli di stato italiani (ma anche europei) sono da vendere piuttosto che da acquistare!

 

 


In realtà i conteggi fin qui illustrati si riferiscono al rendimento "nominale" mentre quello più importante per il risparmiatore dovrebbe essere il rendimento "reale", ossia al netto dell'inflazione.

Se infatti conteggiassimo un'ipotetica futura inflazione, i rendimenti si ridurrebbero fortemente!

Non solo, in caso di forte aumento dell'inflazione (che oggi appare improbabile ma occorre tenere a mente che questo BTP scadrà tra cinquant'anni e durante questo lasso di tempo può accadere di tutto sui mercati finanziari) il rendimento reale potrebbe anche risultare negativo, con la conseguenza di una perdita di potere di acquisto da parte del risparmiatore. 

 

Un'altra criticità, con cui un risparmiatore deve fare i conti, è il rischio default dello stato italiano.

L'uomo della strada pensa che l'Italia non possa fallire ma in realtà, sebbene oggi non sia all'ordine del giorno, il rischio default non è certamente zero...

 

Infine occorre rilevare come, nel disegno di legge in fase di discussione che probabilmente modificherà le imposte di successione, i titoli di stato non siano più esclusi dall'asse ereditario.

Se fino ad oggi i BTP erano esclusi dall'asse ereditario e costituivano uno strumento molto utilizzato per ottimizzare il passaggio successorio, in futuro è possibile (se queste ipotesi diventeranno legge) che questo vantaggio venga meno, rendendo ulteriormente meno sexy l'idea di mettere nel cassetto questo nuovo BTP.

 

 

© Riproduzione parziale o totale concessa con espressa citazione della fonte

 

 

Buon trading

Gabriele

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