Bassa volatilità in portafoglio con le utilities

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 08/03/2023 12:29

Il Phoenix Memory Airbag Soft callable di Leonteq presenta flusso cedolare dell’8% annuo su titoli poco volatili, oltre ad essere dotato di effetto airbag

Tra le società che hanno maggiormente sofferto durante il 2022 troviamo sicuramente la nostra Enel, stritolata dai prezzi alle stelle delle materie prime energetiche (con conseguenti margini produttivi ridotti all’osso) e da un debito societario che cominciava ad assumere una traiettoria preoccupante (lo stock di debito lordo di lungo periodo aveva superato i € 68 mld), tanto da costringere la controllata di stato SACE ad intervenire a tutela del sistema energetico nazionale, ponendo una garanzia sulla linea di credito da 12 miliardi di euro erogata ad Enel in pool dalle maggiori banche italiane. Proprio il tema del controllo del debito si è posto con centralità nel nuovo piano industriale della società ed in concreto nelle ultime mosse a livello strategico messe in atto dal management, che ha disposto la cessione di asset in paesi non core come Perù ed Argentina al fine di rimborsare una parte delle passività finanziarie e riposizionarsi con più forza sulle operazioni in Italia e Spagna. Gli operatori sembrano aver apprezzato l’evoluzione della gestione societaria, con la calma che sembra esser tornata sul titolo dopo un periodo di elevata volatilità certamente non consueta per Enel: la volatilità implicita aveva infatti toccato i 52 punti ad ottobre, prima di ridiscendere intorno agli attuali 20 punti.

Inquadrando poi la società a livello settoriale, Enel appartiene al settore delle utilities, con le aziende di questo comparto che sono caratterizzate da marcata correlazione rispetto ai tassi, stabilità dei flussi di cassa operativi (da cui deriva la ridotta volatilità dei corsi azionari, almeno in condizioni normali) nonché corposi dividendi pagati, rendendole una proxy del mercato obbligazionario. I certificati scritti su questi sottostanti sono pertanto generalmente caratterizzati da un grado di rischio medio-basso, specialmente se corredati da opzioni accessorie difensive tali da proteggere il capitale anche in scenari particolarmente negativi.

A tal proposito, questa settimana notiamo il Phoenix Memory Airbag Softcallable (ISIN: CH1251794439) emesso da Leonteq e scritto su un basket worst of composto da Engie, Enel e Veolia; questi titoli, come accennato, sono caratterizzati da una volatilità implicita inferiore rispetto alla media e compresa tra il 15% circa di Iberdrola ed il 25% circa di Veolia. Nonostante i livelli di volatilità contenuti, la struttura è comunque dotata di effetto airbag, che consente di ridurre significativamente la performance negativa del prodotto nel caso in cui uno dei titoli scendesse al di sotto della barriera capitale (posta al 60% degli strike price), oltre a conferire al certificato una maggiore tenuta del prezzo durante la sua vita utile: nei certificati dotati di tale effetto la performance negativa verrà infatti calcolata a partire dalla barriera e non dallo strike, per una significativa riduzione delle perdite in caso di evento barriera. In particolare, ad un -50% del worst of Veolia, corrisponderebbe una performance del certificato pari ad “appena” il -16%.

Il certificato presenta inoltre premi condizionati (trigger premio posto al 60% degli strike price), pari allo 0,667% a cadenza mensile (prossimo premio previsto in pagamento il 27 marzo 2023) fino alla scadenza del 6 marzo 2026 (durata massima dello strumento pari a tre anni), per un premio annuo complessivo dell’8%; alle stesse date di osservazione mensili, a partire dal 28 agosto 2023 il prodotto potrà inoltre essere rimborsato anticipatamente a discrezione dell’emittente, previo rimborso del valore nominale e di un ultimo premio, consentendo comunque all’investitore di collezionare almeno 6 premi.

Il prodotto è attualmente esposto poco sopra la parità sul Cert-X, per un rendimento annuo in condizioni di lateralità (e fino al -40% circa del worst of Veolia) pari al 7,9%.                    

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di Pierpaolo Scandurra
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