Ben 20 dei primi 25 indici al mondo che hanno chiuso il primo semestre in guadagno (steccano soltanto i listini del sudest asiatico), e con i listini europei che occupano sette delle prime 11 posizioni. Non bene il reddito fisso, con un saldo medio inferiore al +2.0%.
Avrebbe dovuto essere l’anno dei bond. Dopo un 2022 disastroso, molti investitori si sono persuasi, blanditi in questo da media tanto compiacenti quanto superficiali, che l’anno corrente avrebbe arriso al reddito fisso: al pari di quanto occorso sul finire del 2018, la Federal Reserve avrebbe capitolato, congegnando ripetuti tagli dei tassi di interesse come atteso dal mercato a termine, in vista di una recessione data da tutti per inevitabile.
È occorso il contrario. Un’inflazione tenace, una tenuta del ciclo economico, meramente riposizionatosi su livelli più sostenibili dopo il boom post-pandemico, ed un mercato del lavoro che continua a sfornare nuovi posti di lavoro; hanno fatto naufragare la narrativa dominante. Risultato: i titoli di Stato hanno messo a segno un rimbalzino del 2% scarso, dopo il -13% del 2023.
Certo è andata meglio alla canonica allocazione 60/40, che al giro di boa vanta una performance prossima al +15%, dopo il -21% dello scorso anno; ma ciò ovviamente è interamente riconducibile alla riscossa del mercato azionario, con ben 20 dei primi 25 indici al mondo che hanno chiuso il primo semestre in guadagno (steccano soltanto i listini del sudest asiatico), e con i listini europei che occupano sette delle prime 11 posizioni.
Le minute del FOMC, rese note ieri, hanno rivelato una certa divergenza di opinioni in seno al direttivo della Federal Reserve, con alcuni banchieri centrali che non hanno condiviso la decisione di concedersi una pausa il mese scorso. Poco male, per la fine di luglio il ciclo dei rialzi dovrebbe proseguire, con una probabilità di rialzo da 25 pb stimata oggi all’89%. Vista la risposta dell’economia reale e delle borse al tightening in atto, si può facilmente concludere come il cosiddetto Neutral rate (r*) sia lungi dall’essere stato avvicinato.
Nell’aggiornamento di metà anno del 2023 Yearly Outlook, in preparazione, delineeremo gli obiettivi del bull market per il secondo semestre. Non sarà un viaggio agevole come la memorabile prima frazione di quest’anno, ma con ogni probabilità i massimi definitivi non sono ancora stati raggiunti.
A cura di Gaetano Evangelista
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