Affrontiamo il 2025 col paracadute

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 04/12/2024 09:36

Barriere profonde e airbag al 50% degli strike per il nuovo Ubs su titoli italiani: un prodotto che strizza l’occhio alla protezione senza rinunciare al rendimento.

Mentre ci avviamo verso la fine dell’anno borsistico (mancano ormai circa 15 sedute alla conclusione), proviamo per un attimo a voltare le spalle e ad osservare l’andamento del nostro mercato in questo 2024: quello che vediamo è un lunghissimo laterale che resiste praticamente da metà febbraio, incastonato tra quota 32.500 punti ed i massimi di area 35.500 punti. A rompere (per un paio di settimane) questo trading range è stato soltanto lo scoppio del carry trade giapponese, che ha causato un veloce ritracciamento fino ai 30.500 punti (subito riassorbito), zona dalla quale era peraltro partito il rally di inizio anno. Tutto ciò se non si considerano i cospicui dividendi staccati dalle società inserite nel nostro indice, che hanno pesato per un totale di 1.850 punti, per un dividend yield annuo del 5,5%. Il podio dei best performer è ad oggi tutto finanziario: svetta Unipol (+120%), seguita da Banca MPS (+103%, al netto dei dividendi) e da BPER (+90%); dal lato opposto troviamo tre titoli che hanno mandato in sofferenza molti certificati, essendo sottostanti piuttosto diffusi: STM (-46%), Stellantis (-44%) e Campari (-43%). Come ricordiamo spesso, in uno scenario così incerto ed in continua evoluzione, non possiamo sapere con precisione quello che sarà il futuro ma possiamo certamente proteggerci dagli scenari più difficili.

Per la parte conservativa di portafoglio e per affrontare al meglio questo 2025 analizziamo quindi una recente emissione di Ubs: il Phoenix Memory Airbag Step Down (ISIN: DE000UP43RK4), scritto su un basket composto da BPER, Intesa Sanpaolo, Eni ed Enel. Il certificato prevede il pagamento di premi condizionati (trigger premio posto al 50% degli strike price), pari allo 0,717% a cadenza mensile fino alla scadenza del 19 novembre 2029 (durata massima dello strumento pari a cinque anni), per un premio annuo complessivo pari al 8,604%. Al fine di contenere il drawdown nel caso di eventuali ribassi dei sottostanti, il prodotto è dotato di effetto airbag, che consente di ridurre significativamente la performance negativa del prodotto nel caso in cui uno dei titoli scendesse al di sotto della barriera capitale, conferendo al certificato una maggiore tenuta del prezzo durante la sua vita: nei certificati dotati di tale effetto la performance negativa verrà infatti calcolata a partire dalla barriera e non dallo strike, per una significativa riduzione delle perdite in caso di evento barriera.

Quello che spicca maggiormente tra le caratteristiche del certificato, al di là della struttura tutto sommato classica, sono i livelli di protezione sui titoli che più hanno corso finora: 1,9018 euro per Intesa Sanpaolo (vicino ai minimi del 2022) e 2,935 euro per BPER, che riesce quanto meno a proteggere la strepitosa performance messa a segno nel 2024. BPER che tra l’altro rimane uno dei titoli più “caldi” del momento, al centro del risiko bancario italiano. Ancor più protettivi sono i livelli su Eni (6,906 euro, intorno ai prezzi battuti dal titolo nel 2020) e su Enel (3,2955 euro, ben al di sotto dei minimi del 2022). Come detto, il certificato presenta una scadenza piuttosto lunga (novembre 2029) ma è dotato di opzione autocall a partire da novembre 2025 (trigger inizialmente pari al 100%, successivamente decrescente del 5% ogni sei mesi).

Il prodotto è attualmente esposto sul segmento Sedex di Borsa Italiana ad un prezzo lettera leggermente superiore alla parità, per un rendimento potenziale a scadenza pari all’8,2% annualizzato circa ed una performance negativa ammortizzata grazie all’effetto airbag in caso di evento barriera (ad un -70% del worst of Intesa Sanpaolo corrisponde un -42% circa, senza considerare gli eventuali premi incassati).

Report a cura di Pierpaolo Scandurra
www.certificatiederivati.it

 

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