Adesso il CESI Italia diverge dall'indice MIB

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 15/09/2015 23:30

L'indice MIB è reduce dall'interessamento di resistenze - dallo short stop giornaliero alla media mobile a 200 giorni, senza considerare i livelli di Fibonacci - che non potevano essere ignorate. In più, in concomitanza con la falsa rottura rialzista della passata settimana, era registrato un segnale di inversione da Landry TRIN Reversal che rendeva probabile il recente ridimensionamento. Resta da stabilire se un mancato sfondamento verso l'alto, possa indurre un assalto ai supporti strutturali che finora hanno retto.

Si palpa una estrema incertezza, in attesa dell'appuntamento di mercoledì-giovedì. Sul NYSE gli scambi sono scesi per tre giorni consecutivi, il che, alla vigilia del FOMC, costituisce una rarità; meritevole però di essere esplorata analiticamente: in tutti i 10 precedenti storici, lo S&P ha manifestato un ben preciso comportamento, come si desume dal Rapporto Giornaliero di oggi.

Chissà se la (mancata) decisione della signora Yellen, spezzerà l'incredibile alternanza di settimane positive e settimane negative, che perdura da più di due mesi: e anche in questo caso, dal Dopoguerra ad oggi si contano soltanto ulteriori 7 precedenti, a riprova dell'eccezionalità del momento tecnico.

Tornando a Piazza Affari, abbiamo apprezzato la tenuta dei supporti di lungo periodo, su cui ci siamo soffermati. Ma bisognerebbe fare un passo indietro: ritornando ad aprile, quando il livello raggiunto dal Citi Economic Surprise Index (CESI) suggeriva la concreta probabilità di un ridimensionamento della performance borsistica; puntualmente manifestatasi di lì a breve. Il grafico confronta appunto il CESI con il tasso di variazione a 4 mesi del mercato: entrambi in contrazione da tempo, con il primo che peraltro sperimenta ora una pendenza positiva che diverge dall'andamento del mercato, e ricorda quanto sperimentato ad ottobre dello scorso anno.


Gaetano Evangelista
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