A tutta velocità sul FTSE Mib

Pierpaolo Scandurra Pierpaolo Scandurra - 22/01/2025 12:14

Da UniCredit una proposta “fast” che supera il 14% annuo su titoli del FTSE Mib: barriere sempre più profonde su Campari e STM.

“E quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita”: nuovi massimi per il FTSE Mib, che ha rotto anche l’area dei 34.500 punti (parliamo dell’indice cash), issandosi ben sopra i 36.000 punti nelle sedute del 15 e 16 gennaio. Ancora una volta, e non potrebbe essere altrimenti, considerata la composizione settoriale dell’indice, la spinta è venuta dal comparto bancario-assicurativo, coadiuvato da un lusso in ripresa e da una Leonardo in grande spolvero sui timori, sempre più fondati, che il disimpegno degli Stati Uniti dalla scena internazionale possa costringere gli stati dell’Unione ad un riarmo massiccio. Forze opposte all’andamento positivo delle varie Intesa, Unicredit e Moncler non ve ne sono state, ad eccezione delle sole Nexi e Campari, che fanno segnare rispettivamente un -10% e un -8% da inizio 2025, performance evidentemente non sufficienti per frenare l’avanzata dell’indice, anche in virtù del loro peso (circa l’1% combinando le due società) contenuto all’interno del paniere.

Dall’analisi di questi andamenti discordanti nasce uno dei dilemmi più annosi per gli investitori in titoli azionari: è meglio investire su titoli in trend rialzista esponendosi al rischio di entrare sui massimi oppure “puntare” su quelle azioni in trend ribassista con il rischio di “afferrare il coltello che cade”? La risposta non la daremo in quest’articolo (e probabilmente dipende dalle circostanze specifiche) ma proviamo a fornire un’alternativa utile per mitigare il rischio in entrambi gli scenari. Come ormai noto, i certificati a capitale condizionatamente protetto offrono una soluzione per avere un cuscinetto di protezione sia nel caso di titoli in consolidata tendenza rialzista (come Leonardo ed Intesa Sanpaolo), riducendo il rischio di entrare sui massimi, sia in presenza di azioni in trend lateral-ribassista (come STM e Campari), sui quali le barriere possono essere posizionate su livelli di prezzo molto interessanti.

Proprio su questi ultimi quattro sottostanti (Leonardo, Intesa Sanpaolo, STM e Campari) è scritto il Cash Collect Memory Step Down (ISIN: DE000UG1U4H1), tra le ultime emissioni di casa UniCredit. Il prodotto prevede premi a memoria pari all’1,2% mensile (14,4% p.a.), condizionati al trigger premio posto al 55% dei rispettivi valori iniziali, durata massima pari a 30 mesi (scadenza luglio 2027) e la possibilità, a partire dalla data di osservazione del 15 aprile 2025 e per le successive date a cadenza mensile, di rimborso anticipato del valore nominale, pari a 100 euro, qualora tutti i titoli rilevino al di sopra del 95% dei rispettivi valori di riferimento iniziali, con il trigger autocall che decresce poi dell’1% ogni mese: questo meccanismo Step Down piuttosto aggressivo consente da un lato di conferire maggiore resilienza alla struttura, dall’altro di accrescere, a parità di altre condizioni, l’importo della cedola.

Qualora si giunga alla data di osservazione finale del 15 luglio 2027 senza che sia stato richiamato anticipatamente, il prodotto rimborserà il proprio valore nominale qualora tutti i titoli non perdano più del 45% dai rispettivi valori di riferimento iniziali, in virtù della barriera capitale posta al 55% degli stessi, generando un rendimento annualizzato pari al 14,2% circa. Da notare i livelli barriera di Campari (3,2758 euro, sui prezzi del 2016) e di STM (14,20 euro, sui minimi del Covid). Al di sotto del livello barriera, il valore di rimborso del certificato verrà invece diminuito della performance negativa del titolo worst of, che verrà calcolata a partire dallo strike price.

Report a cura di Pierpaolo Scandurra
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