Non fare nulla. Attendere. Stesso effetto ma diversi presupposti...

Stefano Fanton Stefano Fanton - 31/08/2017 17:55

C’è una profonda differenza tra in non fare nulla e l’attesa. L’effetto è il medesimo, in particolare nel trading, e tuttavia l’attesa porta con sé la concentrazione sul possibile, la ricerca dell’azione, del cambiamento. Il non fare nulla, invece, presuppone un generale senso di apatia verso il mercato, una pausa che può trovare origine da motivazioni disparate.
 
Agosto è, per definizione, il mese dell’attesa per molti trader che devono costruire o modificare un portafoglio poiché, generalmente, la volatilità non è particolarmente elevata. In termini non proprio aulici è una vera agonia l’intraday in agosto sugli indici, con movimenti che si sviluppano spesso in apertura per poi prendere un altro piccolo movimento direzionale con l’apertura dei mercati Americani.
 
Sui singoli titoli i movimenti direzionali ci sono, ma viene a mancare parte della volatilità che la densità maggiore di operatori permette. Agosto. Il nostro indice ha superato la macrocongestione 20500/21500 (passatemi l’approssimazione dei 2 livelli) proprio a inizio mese portando le quotazioni del nostro future a testare 22.000 punti, e qui si è consumato la replica dello spettacolo durato diversi mesi: congestione. Per dirla tecnicamente una formazione, visibile sul grafico settimanale, chiamata Engulfing Bearish che generalmente inverte la tendenza.
 
E qui casca l’engulfing. Perché la tendenza che ha generato l’engulfing è una macrocongestione, o quasi. Possiamo quindi contestualizzare questa formazione e considerarla come un segno di indecisione del mercato. Indecisione che si conferma la settimana seguente con il range open/close racchiuso nel range open/close dell’engulfing. E la settimana seguente il copione si ripete, range contenuto e più piccolo. E la settimana seguente (ancora in corso) il copione continua dopo aver creato una profonda (si fa per dire contestualizzando…) lower shadow che si ferma sul minimo dell’engufing.
 
La questione, a un analista grafico, non sfugge. Se non ci saranno forzature dei massimi a breve la direzionalità rialzista appare compromessa. Una macrocongestione grande seguita da una congestione piccola suonano come un campanello d’allarme che consiglia di attendere più che di non fare nulla.
 
Già, perché solitamente dopo queste compressioni la volatilità e la direzionalità offrono interessanti spunti. Che probabilmente saranno ribassisti.
 
In ogni caso un ribasso dei corsi pieno di supporti interessanti dove attuare strategie di swing, e dove il gap “Macron” è forse il livello più scontato. Non va però mai dimenticato il significato delle congestioni, espressione di una battaglia, di una fase di indecisione. Espressione di un movimento che non convince pienamente ma che è ancora al rialzo, pur se stanco.
 
Va anche tenuto d’occhio l’indice S&P 500 che sta perdendo momentum in una lateralità che perdura da fine maggio. Tutti segnali di “stanca” che, è bene ribadirlo, non significa certezza di ribasso ma aumento di un’entità invisibile, e spesso trascurata, che accompagna ogni trade: il rischio. Immaginato, effettivo e atteso o ignorato.
 
Vediamo in ogni caso qualche occasione. Chi ha aspettative rialziste può entrare e mediare successivamente, chi ha aspettative ribassiste può approfittare del ribasso (quando avverrà) per entrare su temi già selezionati. Chi non fa nulla non è, giocoforza, in attesa. Altrimenti attenderebbe ricercando occasioni, che poi è lo spirito di queste righe.
 
Il tema che seleziono è ENI. Ovviamente prediligo il Top Bonus con scadenza maggiore di 6 mesi, la mia scelta ricade su DE000HV4B817, ultimo giorno di negoziazione l’11/8/2018 e quotato da aprile 2017, proprio per questo lo si compera sotto i 100, sfruttando il calo di Eni. Prezzo 94,3 con il titolo a 13,225. Barriera a 12,176, di tipo TOP BONUS, cioè da validare solo a scadenza e con bonus potenziale a 116, quindi con un rendimento del 23,44%, pari a un 17,77% annuo. Davvero molto interessante, la barriera dista 7,93 punti percentuali dal prezzo attuale (12,225). Questo prodotto è una prima scelta in caso di calo ulteriore, a questi valori andrebbe, eventualmente, presa una piccola posizione da incrementare nei momenti propizi.
 
Eni ha un supporto a quota 13, ben visibile anche su un grafico a 5 minuti, perfetto per operazioni swing.
 
Due parole sul caso “Fiat”, ovviamente tutti i bonus cap e top bonus eventualmente presi prima del movimento fulmineo al rialzo sarebbero da liquidare dato che il prezzo è oramai quasi coincidente con il bonus atteso. Il Reverse Bonus Cap è ancora attivo, la barriera non è stata toccata per un soffio ed è ovviamente passato di categoria, diventando un “no pain, no gain”, dopotutto contro le voci di opa ben poco si può fare, ecco perché la logica di costruire un tunnel (bonus cap+ reverse bonus cap) e tradare il titolo in intraday privilegiando le operazioni contrarie al lato “rischioso” è sempre interessante. Se la barriera dovesse resistere e le speculazioni sulle voci dell’opa dovessero cessare ecco che si potrebbe accompagnare l’eventuale ribasso del titolo con altri acquisti del reverse segnalato nello scorso numero della rubrica.
 
E’ un gioco di fino. E’ il mercato, che diamine!
 
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