Miei cari 25 lettori,
da tempo immemore seguo i mercati finanziari con una curiosa alchimia di curiosità, passione e vivo interesse per il mondo della finanza e i suoi strumenti. Il mio primo eseguito è del 1987, cartaceo ovviamente, ed è incorniciato a ricordo di un’epoca lontana dove per ottenere un prezzo aggiornato occorreva il televideo o chiamare il proprio istituto di credito.
Se mi doveste chiedere quale qualità serve per sopravvivere nei mercati la mia risposta non potrebbe che essere questa: serve immaginazione! Immaginare scenari favorevoli e avversi e adattare le proprie strategie al mutare degli eventi.
Ho vissuto momenti di forte crescita, di noia, di forte ribasso, di attesa, di inseguimento, insomma tutti gli scenari immaginabili. O quasi... Mi mancava infatti quest’ultima settimana, nota a tutti e che tralascio di descrivere, per completare un quadro generale che quantomeno lascia senza punti certi di riferimento.
Un fast market incredibile, alimentato da notizie, anzi da post presidenziali, da tweet che in pochi secondi fanno strappare letteralmente le quotazioni di ogni strumento quotato. Prima in giù, poi in su e poi a distruggere ogni pianificazione ragionata, consapevoli di essere in balia di news incontrollate.
E’ un ambiente operativo più rischioso del 2008 che con la questione mutui subprime e collegati ha creato grossi movimenti ma con differenze sostanziali tra i vari asset. Qui no, la questione è globale, scende tutto e sale tutto, non si salva nulla. Ed ecco quindi che anche la differenziazione per area geografica, settore e singole azioni viene a diluire grandemente il suo potere salvifico.
Ma non si disperi ogni investitore, i più conservativi hanno ben compreso che il rischio, atteso, stimato, osservato è e deve essere elemento centrale di ogni strategia. Ugualmente si perde quando il mercato va contro le nostre ipotesi, tuttavia inserire il rischio atteso come protagonista di ogni strategia è sempre un buon proposito.
Ed è qui che possono fare la loro comparsa alcune categorie di certificati di investimento, quasi bistrattate nelle fasi di rialzo per i loro rendimenti apparentemente modesti ma, in realtà elemento prezioso per bilanciare la volatilità di un portafoglio in certificati. Come ad esempio i Protection Certificate o anche i Cash Collect con barriera profonda.
Aggiorniamo quindi, alla luce dei recenti eventi, quanto visto nel precedente numero della rubrica inserendo anche qualche nuovo prodotto da seguire.
Inizio riportando per comodità le considerazioni su Kering:
Nel numero precedente della rubrica avevamo visto il ribasso di Kering e i prodotti collegati. Il calo delle quotazioni è continuato a ora Kering è a ridosso di quota 190.
Non un livello tecnico particolare ma è il livello barriera di DE000HD63T68, emissione del 6/6/24 con scadenza prossima il 19/6/25 e barriera a 190,25. Il prezzo di questo certificato è 78 in vendita e il bonus potenziale a 106, unito alla scadenza vicina e alla barriera coincidente con le quotazioni, fa di questo prodotto una scelta molto rischiosa. Diverso il discorso di DE000UG2U4E7, nuova emissione del 12 febbraio 2025 con scadenza il 18/12/25 e barriera a 151,14 (20,85%) e bonus potenziale a 106,5 per un rendimento atteso, a barriera non violata, del 17,2%, un 24% annualizzato. Il reverse Bonus cap DE000UG00K97, invece, è salito molto rendendo il potenziale rendimento non interessante.
Qui l’approccio tecnico è relativamente semplice, si attende che il mercato trovi un equilibrio con qualche chiusura in forza o che si crei una base di accumulazione. Al momento segnali di forza non ce ne sono, tuttavia un trend così lineare e preciso nel suo ribasso merita una attenzione puntuale. L’eventuale scelta di un Top Bonus piuttosto che l’altro è frutto della propensione al rischio ma anche di come si comporterà il titolo proprio a 190, livello attuale.
Kering era ed è una bella operazione potenziale visto l’evidente ipervenduto, la frase in grassetto nell’analisi sopra riportata è ancora valida, solo che il titolo ora è a 163 e, finalmente, sembra voler costruire una base da cui ripartire con un minimo a 150. Escursioni enormi ma queste questi tempi siamo chiamati a governare.
Ecco quindi che il primo Top Bonus con barriera a 190 può uscire di scena sostituito da DE000UG2U4E7 che si compera a 81 con barriera a 151,14. Rendimento potenziale del 30% e molto interessante per gli enormi livelli di ipervenduto.
Passo ora a Stellantis, riportando la precedente analisi:
Anche Stellantis sta vivendo un fase di ribasso strutturale e per me inatteso. La zona di congestione di quota 12 è stata violata al ribasso e ora il titolo è in prossimità di quota 10. I dazi annunciati da Trump sul settore auto hanno contribuito in modo netto al recente ribasso che, come per Kering, va seguito ricercando segnali di congestione o rialzo che al momento mancano. Su Stellantis lo stacco del dividendo è prossimo come pure la data degli utili (30 aprile). Elementi sensibili come pure l’attesa nomina del nuovo amministratore delegato che dovrebbe rilanciare il gruppo.
Segnali di congestione non ce ne sono stati, e il ribasso per i dazi ha portato Stellantis, nel momento in cui scrivo, a 7,61 euro per azione. Qui però le considerazioni sono ancora pienamente valide, superato lo scoglio dividendi (che ricordo subiscono doppia tassazione) e dati sarà possibile operare con maggiore chiarezza.
Un titolo in ipervenduto, considerato sottovalutato e che però sconta l’incognita dazi. Mica poco, ma un tema operativo da seguire senz’altro.
I Bonus Cap subiscono maggiormente la volatilità e direzionalità negativa, per 68,8 euro a certificato c’è un Top Bonus con livello barriera a 7,6044 e scadenza il 18/12/25, è DE000UG2U4H0. Il Bonus Cap DE000UG2Y8B0 è da giorni che, impavidamente, vede la sua barriera sfiorata senza essere toccato. Anche oggi con un minimo (10:26) a 7,61 è mancato pochissimo.
Sul fronte Cash Collect la nuova emissione DE000UG2SYJ6 soffre il calo del 20% di Stellantis e prezza 71,9 in lettera. La barriera è posta a 6,337 (11% circa) e permette un rendimento dello 0,85% mensile (10,2% annuo) oltre a prevedere un rimborso a 100 del certificato a barriere inviolate a scadenza.
Questo cash collect ha anche STM, Eni ed Enel come sottostanti ma al momento il problema è di Stellantis e parzialmente di STM. Con una scadenza al 17/2/28 è un prodotto interessante per sfruttare il ribasso di Stellantis che ne ha penalizzato il prezzo dopo l’emissione a 100. Avendo scadenza lunga è un ottimo candidato per un’operazione più aggressiva su un Cash Collect con effetto memoria.
Su Volkswagen il Bonus Cap DE000HD48F98, con scadenza il 19/6/25 e barriera a 72,756 mantiene la sua potenzialità di incasso del bonus, il titolo è a 84,6 e il prezzo del prodotto è a 86 con bonus a 112. Un 30% potenziale con una barriera del 14%, annualizzato è circa il 163%. Prodotto aggressivo molto interessante appena le vendite perderanno forza. Non è per tutti.
Aggiorno la situazione di DE000UG3YEK2, un nuovo cash collect con un coupon di 1,77 mensile (21,24%) con un paniere di titoli del settore auto, Renault, Stellantis e Tesla. Nuovissima emissione che “beneficia” del calo attuale di Stellantis ma con barriere al 50% (5,502 su Stellants) e scadenza il 16/12/27.
Davvero un prodotto aggressivo e interessante. Oggi si compra a 88.
Vedremo alcuni di questi prodotti nel webinar di approfondimento, troverete anche la registrazione sul sito Unicredit https://www.investimenti.unicredit.it/it/onemarkets/webinar-categorie.html
Altri li approfondirò nei prossimi numeri della rubrica. A seguire il calendario del 2025 e il link per seguire i webinar di approfondimento:
14/04/2025 Data modificata di lunedì.
22/05/2025
19/06/2025
24/07/2025
25/09/2025
16/10/2025
27/11/2025
17/12/2025
Gli appuntamenti sono tutti di giovedì dalle ore 17 fino alle 18.
https://register.gotowebinar.com/register/1390054682568318476
VARIE
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