Bassa volatilità sui mercati e 2 occasioni. Su Eni e Fiat.

Stefano Fanton Stefano Fanton - 16/10/2017 15:19

Ne ho viste veramente tante in quasi 30 anni che seguo i mercati. Ma un periodo di così bassa volatilità sui massimi, prolungato e generalizzato non lo ricordo proprio.

Generalmente sui massimi la volatilità e la direzionalità esplodono richiamando nuovi investitori o c’è una compressione di volatilità che poi inverte il trend creando nuova direzionalità contrapposta. Vedere i mercati muoversi dello 0,15 per giorni e giorni è qualcosa che richiede un adattamento al proprio protocollo operativo. L’intraday movimentato si relega all’apertura e all’apertura dei mercati americani. Nel mezzo, spesso, mi capita di controllare se la piattaforma è ancora attiva perché i prezzi non si muovono. Letteralmente.

Il Dax ha creato una lateralizzazione da manuale, perfetta, pulita, con base superiore a 13.000 e inferiore a 12900. Questi box laterali, in particolare dopo una fase di rialzo, sono interessanti riaccumulazioni che permettono di assorbire gli eccessi per nuovi impulsi rialzisti. E non si sottovaluti 13.000 come livello tecnico, a giugno 2017 aveva ben fermato le quotazioni. E prima ancora è stato il turno di 12.000, livello che a marzo 2015 ha bloccato i corsi al rialzo e che ad agosto 2017 li ha fermati al ribasso. Tutti livelli puliti e interessanti.

Ma chi sta davanti ai terminali non può ignorare l’apparente fase di debolezza che si presenta a ogni tentativo di allungo. Sembra un’autovettura che procede in prima, senza mai cambiare marcia.
Intendiamoci, uno storno è più che desiderabile, ma rappresenterebbe un’occasione di riposizionamento long dato che il trend è saldamente impostato al rialzo.

Ben vengano quindi eventuali storni che sarebbero adatti a un trading veloce intraday (short) e di swing trading rialzista quando l’eventuale fase ribassista dovesse perdere forza.

Voglio riportare anche le parole di Tony Cioli Puviani in merito all’attuale fase di mercato:

Ma siamo davvero sui massimi?
Se ci riferiamo ai prezzi degli asset finanziari, è il concetto di "alto" o "basso" che è errato. Non esiste mai per definizione un prezzo alto o un prezzo basso, il prezzo esprime sempre l'equilibrio del mercato, amen.
Il Prezzo è il valore economico di un bene o di un servizio espresso in valuta, ma è per natura fluttuante perché si confronta continuamente con il mercato che a sua volta prende in esame moltissimi fattori che sono in continua e...voluzione.
Il Prezzo quindi viene determinato dalla domanda e dall'offerta, che a sua volta è continuamente influenzata da tante cause, la maggior parte delle quali imponderabili. Da qui la necessaria aleatorietà dei prezzi che è obbligatoria e necessaria.
Considerare la storia di un prezzo per tentare di determinarne "ex ante" i valori massimi o minimi futuri è un esercizio sterile. Sono troppe le variabili che andrebbero valutate e troppe le variabili future imponderabili.
Solo qualche anno fa, un'azione che aveva una prospettiva solida di poter dare un dividendo del 2% era ritenuta non interessante. Oggi questa considerazione è obsoleta; le valutazioni sono cambiate perché i rendimenti dei titoli ritenuti più sicuri sono stati azzerati o addirittura sono negativi. Non sono negativi "perché è follia", lo sono perché la domanda aggregata di asset obbligazionari si è intensificata in maniera straordinaria e perché al sistema bancario detenere liquidità costa. Constatiamolo e basta!
Quello che solo ieri poteva apparire assurdamente "alto" oggi invece appare conveniente. E' un dato di fatto, amen.
Parlare di S&P a 2550 solo un paio d'anni fa pareva una follia, oggi no.
L'assenza di volatilità e la lentezza dei movimenti in uptrend ha l'effetto di consolidare nel cervello degli operatori i nuovi valori ai quali in breve tempo ci si abitua. L'assenza di strappi in un senso o nell'altro abbassa le probabilità tipiche della bolla, come invece, almeno stando agli attuali movimenti, potrebbe già sussistere nelle criptovalute.
Quando il bund (2009) rendeva anche oltre il 3% per ottenere €3.000 di rendimento ci volevano € 100.000, adesso con il decennale tedesco che rende lo 0,4%, per ottenere gli stessi €3.000 ce ne vogliono €750.000. Per chi ama ragionare credo sia un esempio significativo.


Condivido pienamente questa visione, aggiungo solo un fattore invisibile di “rischio contagio” che rende difficile stimare il rischio atteso di un trade. Per inciso lo è sempre, ora lo è ancora di più perché ci siamo tutti ben abituati a questa inesistente volatilità, a minimi da comperare senza se e senza ma.

Dicembre è alle porte e con l’ultimo mese dell’anno i certificati segnalati durante l’anno andranno tutti a bonus. In particolare quello su Bca. Intesa e su Saipem hanno consentito le migliori soddisfazioni. Su Saipem avevo un conto aperto da tempo che con questa scadenza è stato saldato. Ma ci saranno altre occasioni anche su questo titolo.

Trovare quindi occasioni in questa fase non è semplicissimo. Per prima cosa devo considerare la fase attuale e poi la fase del titolo. Eni è un ottimo candidato a una selezione, ho già trattato l’interessante Top Bonus Doppia barriera, ora vi segnale un prodotto della famiglia TOP BONUS. Semplice, senza doppia barriera.

ISIN DE000HV4B817, ultimo giorno di negoziazione l’11 dicembre 2018, quindi poco più di 1 anno. Barriera a 12,176 con prezzo del titolo a 14,015 fa un 13,12% di distanza dalla barriera che, lo ricordo, è di tipo TOP, quindi si valida a scadenza. Non è un elemento da poco in una fase dove lo storno è atteso ma il trend è al rialzo.
Si compera a 101,65 nel momento in cui scrivo, col prezzo a 14,015 del titolo, e consente un bonus a 116, pari al 14,51% Non è un rendimento da trascurare, 12,50 è un ottimo supporto del titolo e comunque la battaglia si combatterà a scadenza.
Con queste premesse può essere interessante entrare con una posizione e mantenersi una riserva di liquidità dedicata per rinforzare la posizione in caso di storno contando sulla tenuta del trend rialzista del titolo.
Eni peraltro è uno dei titoli che non ha avuto rialzi notevoli e ha una conformazione laterale più che rialzista. Perfetto per un Top Bonus in questa situazione di mercato.

Un altro titolo che ha un prodotto interessante è FIAT. I prezzi sono congestionati in area 15, e tuttavia il denaro scorre copioso sul titolo al punto da averne ribaltato le ipotesi grafiche. ISIN DE000HV40988, Top Bonus Doppia barriera veramente interessante. Si compera a 100,5, quindi poco sopra il collocamento, lo strike è a 13,72 e con il titolo a 15,05 è evidente che la stessa quotazione è frutto del cambio di volatilità. Ma a noi questo poco importa.
Barriera 1 a 12,348 Bonus 1 a 116
Barriera 2 a 10,29 Bonus 2 a 106
Scadenza il 20 settembre 2019
Quindi un 16% di rendimento potenziale con una barriera 1 a 18 punti e una barriera 2 a 32 punti percentuali.
Barriere, va ricordato, di tipo TOP BONUS e quindi con validazione a scadenza.
E’ un altro prodotto da “investimento” sul titolo, adatto ad acquisti progressivi, anche in questo caso non ha senso investire subito il 100% della quota destinata al prodotto. Potenzialmente ancora più interessante in caso di storno.
 
Certo, in caso di storno si aprirebbero molte possibilità, ora come ora ogni giorno che passa di rialzo rende questi prodotti sempre più costosi, per buona soddisfazione per chi li ha in portafoglio e per buona pace di chi deve ancora comperarli.
In attesa. Ricercando occasioni. E confidando in uno storno per acquisti long più favorevoli.

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