Dopo l’increscioso episodio dei sospetti di ingerenze russe nelle presidenziali del 2016 D. Trump ha colto tutti di sorpresa sferrando attacchi contro i suoi molteplici avversari: l’Europa, che per il tramite delle sue esportazioni deruba gli Stati Uniti, la BCE e la banca centrale cinese accusate di manipolare le rispettive valute, AMAZON rea di affossare i servizi postali americani, l’Iran che minaccia il nemico americano o ancora i Democratici responsabili del marasma in cui è piombato l’intero paese. Un chiaro segnale che è ormai iniziata la campagna per le elezioni di midterm con un Trump fedele al suo mantra: «America First».
Eppure, nel momento stesso in cui deve assumere delle decisioni importanti Trump percorre paradossalmente a ritroso ogni sua dichiarazione. Il suo incontro la scorsa settimana con Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, sembrava destinato a fallire tanta era la veemenza di D. Trump nei confronti del disavanzo commerciale. Ancora una volta ha poi condotto le danze e nessuno è stato in grado di seguirlo. E’ finalmente uscito dall’incontro con un accordo finalizzato a incrementare il libero scambio e a rafforzare i legami tra gli Stati Uniti e l’Unione europea.
Una decisione, questa, orientata forse a isolare maggiormente la Cina, a evitare una guerra commerciale «uno contro tutti» o a dimostrare invece il pragmatismo del Presidente Trump sempre più arroccato su una posizione attorno alla quale non riesce a compattare i Repubblicani del Congresso? Non lo sappiamo, è ancora troppo presto. Nell’ottica dei Midterm di novembre, con i Repubblicani che non hanno per ora manifestato le loro intenzioni di voto, c’è da scommettere che le aggressioni verbali di Trump si moltiplicheranno a iosa su ogni fronte: economico, geopolitico e politico.
Una cosa è certa: i mercati rifuggono dall’incertezza. Quando l’uomo più potente del mondo ha però un comportamento così stravagante e imprevedibile la volatilità sui mercati degli asset a rischio è destinata a crescere in maniera strutturale.
Articolo a cura di Olivier De Berranger, Chief Investment Officer di La Financière de l’Echiquier
Fonte: www.finanzaoperativa.com
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