Il petrolio ha vissuto un anno all'insegna del riscatto dopo la debacle del 2020 che, specie nella prima parte, aveva mandato in tilt le quotazioni.
Lo scoppio della crisi del coronavirus e i lockdown imposti in quasi tutto tutto il mondo già prima dell'inizio della primavera, hanno avuto un impatto devastante sulla domanda di materia. Quali sono le quotazioni oggi?
Quotazione Petrolio: 2021 in gran spolvero
Per la prima volta nella storia, in prossimità delle scadenze tecniche di maggio 2020, i prezzi del Wti sono scesi anche in territorio negativo, complici anche alcune motivazioni di carattere tecnico.
Nel 2021 però il petrolio si è ripreso molto bene e si è sintonizzato con l'ottimo andamento del settore delle materie prime, nel quale invece è rimasto indietro l'oro.
Le quotazioni del Wti a inizio 2021 quotavano al di sotto dei 50 dollari al barile, mentre hanno chiuso l'anno poco sopra la soglia dei 75 dollari, con un rialzo di oltre il 55%.
Da evidenziare che lo scorso anno il petrolio ha raggiunto un picco a ridosso di area 85 dollari al barile prima di fine ottobre, riportandosi su valori di prezzo che non si vedevano ormai dal 2014.
Quotazione Petrolio: la variante Omicron spaventa, ma non troppo
Da questo livello si è avuto un brusco ripiegamento circa un mese dopo, tanto che agli inizi di dicembre è stato raggiunto un minimi di periodo in area 62,5 dollari.
A provocare l'improvviso sell-off sul petrolio è sta la progressiva diffusione della variante Omicron del Covid-19.
L'aumento dei contagi ha subito impensierito gli investitori, preoccupati di una frenata dell'economia globale e degli impatti quindi che si sarebbero avuti sulla domanda di petrolio nel breve termine.
Alla pioggia di vendite abbattutasi sull'oro nero nell'arco di poche sedute, ha fatto seguito un recupero altrettanto deciso,con le quotazioni che in meno di una settimana sono risalite di ben 10 dollari al barile.
Secondo diversi analisti, infatti, il mercato ha sopravvalutato gli impatti di Omicron che è destinato ad essere inferiore rispetto al passato, visto che questa variante ha sì un alto tasso di contagio, ma è meno aggressiva rispetto ad esempio alla Delta.
Quotazione Petrolio: le mosse dell’Opec+ sulla produzione e la view sul mercato
Una lettura peraltro condivisa anche dall'Opec+ che nella prima riunione del 2022 non ha riservato sorprese e ha deciso di portare avanti la sua politica di rialzo della produzione.
Il piano già approvato lo scorso anno prevedeva aumenti mensili di 400.000 barili al giorno fino ad aprile 2022 e in seguito i 423mila barili giornalieri fino al ritorno dei 9,7 milioni di barili al giorno tagliati originariamente.
Anche per febbraio quindi, in linea con le attese del mercato, l'Opec+ ha deciso l'incremento di 400mila barili al giorno.
Il Comitato Tecnico Congiunto del Cartello prevede che gli impatti della variante Omicron sulla domanda di petrolio siano moderati e questo quindi consentirà all'Opec+ di portare avanti la sua riduzione dei tagli alla produzione decisi in seguito al crollo della domanda di materia prima.
Al momento non sembra ci siano in alcun modo timori in questa direzione, visto che la richiesta di petrolio sembra confermarsi robusta.
Quotazione Petrolio: ecco cosa può far salire i prezzi
Diversi sono i fattori che possono contribuire a mantenere alti i prezzi del petrolio e ad alimentare ulteriori salite degli stessi.
La pandemia resta un primo fattore chiave di incertezza, visto che notizie positive su questo fronte potranno avere l'effetto di rilanciare l'economia globale, portando con sè un aumento della domanda di petrolio, con conseguente aumento dei prezzi.
Un altro fattore che può far impennare i prezzi è dato dalle tensioni geopolitiche, con lo sguardo rivolto in particolare a quanto sta accadendo in Kazakistan che intanto ha già richiesto il supporto dei militari russi.
A far aumentare le quotazioni del greggio potrebbero essere delle regole più stringenti in tema ambientale negli Stati Uniti, tali da ostacolare la produzione americana.
Quotazione Petrolio: i rischi al ribasso
Di converso, un allentamento USA sul fronte della regolamentazione favorirà una maggiore produzione e uno scenario di questo tipo potrebbe concretizzarsi in caso di vittoria dei Repubblicani alle elezioni di metà mandato in agenda a novembre.
Da ricordare, infatti che il partito avversario di quello guidato da Biden, è storicamente più favorevole alla produzione di oro nero.
Quotazione Petrolio: l’AD di ENI lo vede a 100 $
In attesa di vedere se e come si materializzeranno gli eventi favorevoli o avversi al petrolio, le previsioni sono nel complesso bullish.
Di recente il CEO di ENI, Claudio Descalzi, ha dichiarato di aspettarsi che l'oro nero raggiunga la soglia dei 100 dollari al barili, ma solo per un breve periodo di tempo.
Il manager infatti ritiene che i prezzi non rimarranno a lungo su questa soglia di prezzo, ricordando che quando il prezzo è così alti i consumatori tendono a ridurre i consumi e questi si traduce poi in un calo della domanda e in una conseguente flessione delle quotazioni.
Quotazione Petrolio: le previsioni di Goldman Sachs e di Bank of America
A vedere un petrolio più in alto rispetto ai livelli correnti è Goldman Sachs, i cui analisti credono che i prezzi possano salire nel 2022 fino a 100/110 dollari al barile, senza escludere ulteriori allunghi anche l'anno prossimo.
La view bullish di Goldman Sachs è condivisa anche da Bank of America, secondo cui già entro l'estate dovremmo vedere il Brent a quota 100 dollari.
La previsione della banca UA poggia sull'idea che la domanda di oro nero sarà ancora superiore all'offerta nel corso di quest'anno, sostenuta dalla ripresa economica a livello globale.
Quotazione Petrolio: per JP Morgan salirà a 150 dollari nel 2023
L'indicazione più ottimistica, e per certi versi allarmante, è quella di JP Morgan, i cui analisti si aspettano che il Brent salga a 125/130 dollari nel 2022, per poi estendere il rialzo fino a 150 dollari nel 2023.
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