Wall Street verso il quinto mese positivo di fila

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 01/10/2024 17:00

Le borse si accingono ad inanellare un altro anno all'insegna delle plusvalenze. In cinque anni Wall Street ha guadagnato il 78%: tanto, ma molto meno del +220% messo a segno nella seconda metà degli anni Novanta. Altro che "bolla"...

Negli ultimi cinquant’anni l’ottava successiva alle scadenze tecniche di settembre è stata, per performance media (-0.96%), la peggiore fra le 52 settimane dell’anno. Lo stesso mese di settembre, notoriamente difficile per gli investitori, a 24 ore dalla sua conclusione sta prolungando la sequenza benigna iniziata dopo il consolidamento di aprile.

Ciononostante, il bull market ciclico ha ancora una volta onorato il suo tratto distintivo: illudere e sorprendere la maggior parte degli investitori. È vero che l’inflazione “cPCED” ha confermato la recente inclinazione rialzista, con la variazione annuale passata dal +2.62 di luglio al +2.86% di agosto, e rimarcando l’azzardo compiuto dalla Fed il 18 settembre; ma è altresì vero che la sede di Atlanta ha rivisto al rialzo (+3.1%) la crescita economica reale attesa per il trimestre che si conclude oggi. Il contesto macro insomma arride al mercato azionario, con un mix di minore costo del denaro e maggiori utili aziendali; e casomai inquieta gli investitori in reddito fisso.

Con un rialzo ora superiore al 20% dall’inizio dell’anno, per lo S&P500 si tratta della performance annuale migliore dal 1997. Addirittura si corre il rischio di superare questa prestigiosa asticella per il secondo anno di fila: un’impresa che ci riporta al biennio 1995-96. Wall Street sarebbe salita per ulteriori tre anni, prima dello stop.
L’aspetto intrigante è l’inappropriatezza dei confronti che disperatamente tentano di comparare la performance degli ultimi cinque anni, al rialzo che condusse al picco del 2000. Ad oggi lo S&P500 guadagna il 78%, ovvio senza considerare i dividendi, pur con i bear market del 2020 e del 2022 all'interno del computo. Nella seconda metà degli anni Novanta la crescita senza soluzione di continuità dell’indice raggiunse il 220%. Non ci sono più le bolle di una volta...

Al contrario il bull market si va allargando: nuovi massimi storici sono stati registrati dalla versione equiponderata dello S&P500, dal nostro Stoxx600 e da 9 dei primi 30 indici al mondo per capitalizzazione. Più della metà – 18, su 30 – guadagnano a doppia cifra da inizio anno e soltanto uno (Messico) perde terreno dalla fine del 2023.
A meno di una flessione stasera superiore all’1.5%, lo S&P500 inanellerà il quinto mese positivo di fila, dopo un mese negativo come quello di aprile. Un setup sperimentato altre 29 volte dal 1950. Questo induce la nostra asset allocation azionaria a tornare ora ai livelli del 19 luglio. Mentre il consenso degli esperti raccolto da Bloomberg, suggerisce un indice a 5.600 punti alla fine del 2024, con soli due strategist dalla proiezione non inferiore ai 6.000 punti. L’ottimismo stenta a dilagare.

di Gaetano Evangelista

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