Wall Street sui massimi storici; ma permane un sano scetticismo

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 10/02/2021 12:10

A fine gennaio, quando le nostre previsioni chiamavano un minimo, lo S&P500 sollecitava la media mobile a 50 giorni, passante per 3700 punti. Il giorno successivo segnalammo come trattavasi di un segnale d’acquisto particolarmente promettente: e così è stato.

A Piazza Affari il superamento dell’ultimo diaframma a 23 mila punti mette le ali al FTSE MIB: che si autocandida al raggiungimento del massimo di un anno fa. Un obiettivo sulla carta agevole, vista la notevole spinta propulsiva di cui gode l’indice: salito in misura superiore allo 0.75% in ciascuna delle ultime sei sedute. Una sequenza riuscita soltanto altre due volte negli ultimi vent’anni: tanto per rimarcare l'esperienza vissuta correntemente dagli investitori.
Massimi assoluti invece si registrano per una significativa rappresentanza di borse mondiali; capeggiate dagli indici USA. Lo S&P500 ha chiarito da tempo che quota 4000 punti sarà una pratica da disbrigarsi in tempi brevi. Nel 2021 Yearly Outlook ci siamo soffermati sui target – temporali e di prezzo – da conseguirsi in quest’anno; ma nel Rapporto Giornaliero di domani avremo modo di tornare su questo tema.
Certo il contesto fondamentale aiuta. Come era nell’aria da qualche giorno, con il 56% delle società che hanno riportato, gli utili operativi per azione del quarto trimestre sono dati adesso clamorosamente in crescita (+3.6%) rispetto allo stesso quarto dell’anno precedente. A dicembre la stima degli analisti era per una contrazione anno su anno a doppia cifra percentuale. Il mercato ha visto giusto, spingendosi verso l’alto mentre non pochi investitori erano persuasi al peggio.
Che il mercato sia permeato da un sano scetticismo, è testimoniato fra l’altro dal livello soltanto tiepido (63 punti) raggiunto ieri dal Fear&Greed Index. D’altro canto, con gli indici sui massimi storici, quando mai si è visto un VIX in crescita rispetto al giorno precedente, come occorso ieri? Ciò dà la misura della cautela tuttora persistente. Un mattoncino gradito nella costruzione sistematica del muro di paura sul quale il Toro si arrampica.
E dire che alla fine di gennaio, quando le nostre previsioni chiamavano un minimo, lo S&P500 sollecitava la media mobile a 50 giorni, passante per 3700 punti. Il giorno successivo segnalammo come trattavasi di un segnale d’acquisto particolarmente promettente: e così è stato, con i nuovi massimi che hanno seguito la sesta “correzione” di entità superiore al 3.5% dal minimo di marzo scorso. Se gli investitori conoscessero il seguito sperimentato negli episodi precedenti, metterebbero da parte le cautele.

Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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