Wall Street sui massimi ma PIL deludente: e ora cosa succederà?

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 28/04/2017 14:37

E venne dunque il giorno del rilascio del dato preliminare di crescita negli Stati Uniti nel primo trimestre. Le aspettative, giova ribadirlo, non sono eccezionali: la Fed di Atlanta ieri ha tagliato ulteriormente, al +0.2% trimestrale annualizzato, la proiezione: un dato deludente, pur tenendo conto della consueta stagionalità negativa del primo quarto dell'anno, che stride in confronto alle aspettative tuttora benevole delle case di brokeraggio.

Verosimilmente, il contestuale rilascio dei dati del PIL del primo trimestre, da parte di Francia, Spagna e Regno Unito, confermerà una tendenza in essere ormai da alcuni trimestri: l'Europa cresce vistosamente più degli Stati Uniti; più per demeriti di questi, che per un boom economico nel Vecchio Continente. La domanda da porsi, però, è se questa delusione macro, ben anticipata dall'andamento degli indici CESI delle sorprese economiche, possa riverberarsi negativamente sull'andamento del mercato azionario. Il Rapporto Giornaliero di oggi mostra tutti i casi in cui lo S&P si attesti sui livelli più elevati perlomeno degli ultimi quattro anni, nel trimestre in cui il PIL cresce in misura inferiore al mezzo punto percentuale, sempre si badi bene in termini annualizzati. È interessante rilevare la tendenza che si manifesta nei trimestri successivi.

Ciò non toglie che il pubblico continui a mantenersi a dir poco guardingo. Lo si desume dalla temperatura gelida dei sondaggi d'opinione, ma soprattutto lo si capisce esaminando le statistiche di mercato: a 24 ore dalla fine del mese, aprile andrà in archivio con il più basso turnover degli ultimi due anni, in termini di azioni passate di mano delle 500 compagnie dello S&P. Anche in questo caso, è d'uopo esaminare statisticamente il comportamento di Wall Street nei mesi successivi a questo setup.


Gaetano Evangelista
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