Una eclatante anomalia stagionale per Wall Street

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 30/10/2020 13:49

Con un saldo ancora provvisorio del -6%, si chiude un mese di ottobre particolarmente pesante per la borsa italiana. Dal 1998 è la quarta volta che una simile performance è stata conseguita. Più vivace la reazione messa in campo dagli indici americani.

Sfuma il rimbalzo a Piazza Affari. Il FTSE MIB denuncia una impressionante debolezza, sottolineata dall’estensione del ribasso a tutte le pieghe del listino: ieri sera soltanto un’azione su 40 del paniere dell’indice, si collocava sopra la media mobile a 21 giorni. Un eccesso, che però oggettivamente non va preso per oro colato: venendo da una congestione, lasciata alle spalle, questo “ipervenduto” non fa che confermare la vulnerabilità del mercato.
Con un saldo ancora provvisorio del -6%, si chiude un mese di ottobre particolarmente pesante per la borsa italiana. Dal 1998 è la quarta volta che una simile performance è stata conseguita. Campione ristretto, ma è poco rilassante considerare che negli episodi precedenti, le quotazioni del MIB hanno sempre subito ulteriori limature nelle settimane successive.
Più vivace la reazione messa in campo dagli indici americani, sebbene dopo la chiusura il rilascio di trimestrali pesanti abbia indotto gli investitori ad una radicale marcia indietro. Tecnicamente la seduta del 28 ottobre era indicata da tempo come potenziale seduta del minimo da parte del Delta System; mentre il catalizzatore del possibilismo di ieri è stato riconducibile alla prima lettura del PIL americano nel terzo trimestre: risultato superiore alle attese. Il GDP dista ora “solo” il 3.5% dal picco di fine 2019 ma, sulla base della dinamica espansiva successiva alla crisi del 2008, a questo punto l’economia denuncia un ritardo di quasi il 5%. C’è chi sta peggio, comunque.
Lo S&P500 ad ogni modo rimane nella congestione volatile, oggettivamente da tempo segnalata dalla comparazione di quest’anno con il 1980. Sotto tale prospettiva il minimo dovrebbe essere comunque cosa fatta, prima di una fiammata nella prima metà del mese entrante. Sullo sfondo, il risultato benigno di un semestre altrimenti tipicamente gramo per le sorti della borsa americana.
Dal 1950 ad oggi, difatti, il 96% della performance complessiva dello S&P è stata conseguita nel periodo compreso fra novembre ed aprile; il semestre che stasera andrà in archivio essendo contributore in misura marginale. Eppure, quest’anno il semestre gramo maggio-ottobre ha prodotto una performance a doppia cifra. Il Rapporto Giornaliero di oggi si sofferma sulle implicazioni, nei prossimi sei mesi, di una simile eclatante "anomalia stagionale".

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