Un rialzo basato sulla qualità, ma Piazza Affari impensierisce

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 04/12/2020 09:19

Il boom del mercato azionario degli ultimi mesi, poggia sullo spettacolare segnale qualitativo emerso a giugno, su cui Wall Street tuttora capitalizza. A Piazza Affari invece la combinazione di A-D Line e Up/Down Volume produce letture poco confortanti.

Il prospettato consolidamento si sta manifestando nel modo più indolore possibile: lateralmente, con gli oscillatori di momentum che scaricano gli eccessi accumulati a novembre. Poco manca che il mercato consegua una condizione di oggettivo ipervenduto dal quale ripartire...
Poco cambia per chi è posizionato al rialzo da quando sono emersi i segnali qualitativi che preferiamo: a giugno l’ADT11 ha segnalato una condizione di ampiezza compatibile con una probabilità superiore al 90% di guadagno a distanza di sei mesi; segnale peraltro ribadito significativamente ad ottobre. Si può essere scettici quanto si vuole, ma è difficile argomentare contro un setup che negli ultimi cinquant’anni ha consegnato quasi sempre quanto promesso (e quando non l’ha fatto, il drawdown è stato minore). Si tratta di segnali che forniscono un indubbio vantaggio, consentendo tanto di entrare prima della massa; quanto di delineare un profilo probabilistico che il mercato sta rispettando appieno.

L’aspetto confortante, emerso con il secondo ADT11 di ottobre, consiste nell’allargamento della qualità del rialzo a tutte le pieghe dei listini. Ciò conferma come il consolidamento prospettato sia destinato a non durare oltre la già citata prima decade di questo mese. Al solito, una settimana dal saldo negativo a dicembre, costituisce un’opportunità di ingresso tattico, con lo S&P storicamente quasi sempre riuscito a migliorarsi entro le tre settimane successive.

Tocca reiterare nuovamente delle riserve invece per la borsa italiana. Ieri abbiamo evidenziato delle criticità, relative al premio per il rischio (CDS) ed al sentiment (Panic Index) che meritano la dovuta attenzione. C’è un aspetto ulteriore da considerare: l’ampiezza di mercato.
Nella versione media a 50 giorni, il TRIN ha raggiunto di recente valori davvero infimi: inferiori all’unità. Letture così contenute, storicamente, sono concise in due occasioni con massimi di mercato di una certa rilevanza. In un caso è stata registrata una correzione secca, prima della ripartenza. Vero anche è che la casistica è numericamente irrilevante; ma il dato va doverosamente tenuto in conto, nel momento in cui – come segnalato ieri – i bancari costituiscono una persistente zavorra.

Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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