È un periodo radioso per gli investitori in borsa

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 15/03/2024 10:20

A fronte delle delusioni fornite dagli indicatori macro - leggasi inversione della curva dei rendimenti - l’unico valido appiglio è risultata l’analisi tecnica: che ad ottobre ha fermamente caldeggiato l'investimento in azioni.

Archiviato dopo ampia discussione il rapporto sull’inflazione negli Stati Uniti a febbraio, inizia a crescere l’impaziente attesa per il FOMC. Il “governatore ombra” della Fed, Nick Timiraos, attualmente impiegato come editorialista presso il Wall Street Journal, ieri ha rilevato come il CPI non deraglierà le attese ormai consolidate per un nulla di fatto in occasione della riunione del braccio operativo della banca centrale americana. Casomai, l’attenzione si soffermerà su una revisione delle aspettative di taglio enunciate a fine 2024.
Quando si preannunciarono tre limature del Fed Funds rate nel corso di quest’anno. Una previsione inizialmente accolta con scetticismo dal mercato, che puntava a non meno di sei tagli, prima di riallinearsi docilmente alle indicazioni del FOMC: con un primo intervento calendarizzato per non prima di giugno (80% di probabilità). È opinione diffusa che sarebbe un grave errore ridurre prematuramente il costo del denaro, salvo tornare sui propri passi riaumentandoli, nel tentativo di acciuffare un’inflazione malauguratamente in ripresa. L’esame storico conferma: sarebbe per il mercato azionario lo scenario peggiore.

In un contesto macro fonte di gravi delusioni per gli investitori, l’unico valido appiglio è risultata l’analisi tecnica: che ad ottobre ha fermamente caldeggiato l'investimento in azioni. Ieri è stata una seduta significativa: da ben 422 giorni la curva dei rendimenti negli Stati Uniti risulta invertita, con lo yield a 10 anni posizionato anomalmente su livelli inferiori rispetto allo yield a 2 anni; eppure ciò non ha anticipato alcuna recessione. Con anzi l’economia americana che viaggia su solidi binari di crescita.
In un sondaggio condotto da Reuters una nuova, drammatica capitolazione: i due terzi degli economisti interpellati ammette che l’inversione della curva dei rendimenti non vanta più valore predittivo come nel passato. E adesso chi lo racconterà agli investitori che quindici mesi fa hanno voltato le spalle al mercato azionario?

Tanto più che il rialzo si va sempre più estendendo. Nel paniere dello S&P una azione su tre guadagna più del 10% da inizio anno in termini total return: 164 su 500. Più della metà delle azioni incluse nel paniere dell’indice in questione, si trova entro il 5% dai livelli più elevati degli ultimi dodici mesi. Una proporzione generosa, che produce riflessi bullish, come meglio vedremo domani.
A Piazza Affari l’All Share aggiunge un guadagno dell’11% da inizio anno, al +26.3% messo a segno nel 2023, senza peraltro considerare i dividendi. È un periodo radioso per gli investitori. Il modello proposto nel Rapporto Giornaliero di oggi anticipa il timing del prossimo massimo sulla borsa italiana.

Gaetano Evangelista

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