Il conseguimento della migliore performance decennale annualizzata degli ultimi quattordici anni, favorirà un fisiologico consolidamento: in vista degli obiettivi da conseguire nella parte finale di quest'anno che ha riservato nuovi massimi per tanti - ma non troppi - listini azionari.
I nuovi massimi storici conseguiti dall’indice delle borse mondiali (con e significativamente anche senza gli Stati Uniti), non avvengono in condizioni di stress tecnico: dei primi 30 indici azionari per capitalizzazione, soltanto 15 – la metà – si collocano correntemente entro il 5% dai rispettivi massimi assoluti. Molti meno dei 21 su 30 di gennaio 2018: quando una ampiezza al contrario così prevalente, risultò fatale, provocando un aggiustamento favorito dal repricing della volatilità (c.d. Volmageddon).
Ciò non toglie che i nuovi massimi storici si perpetuino globalmente: Argentina (e va bene...), Australia, Canada, India, Messico; ma anche il Giappone, con il Topix che, reduce da un consolidamento semestrale culminato con la sollecitazione della classica media mobile a 200 giorni, è salito ai livelli più elevati degli ultimi vent’anni. Nell’Outlook di metà anno avevamo indicato il Giappone fra le “sorprese” del secondo semestre...
Piazza Affari appare imbarazzata, dopo il notevole spunto degli ultimi mesi. Che le ha consentito comunque di irrobustire la performance degli anni più recenti: in termini total return, l’All Share Italia vanta ora un saldo medio annualizzato superiore al 9% negli ultimi dieci anni. Siamo sicuri che non tutti siano perfettamente a conoscenza di questo clamoroso risultato.
Nell’immediato però la cautela prevale. Il nostro modello ciclico-stagionale suggeriva un rialzo dall’inizio di marzo all’inizio di settembre; e fino ad ora non c’è dubbio che abbia anticipato in modo esemplare la tendenza della borsa italiana. Il medesimo modello però adesso propone una lateralità fino alla fine del mese prossimo. Insomma, pur non escludendo la possibilità di qualche contenuto progresso, da qui alla fine di ottobre non dovremmo registrare consistenti apprezzamenti alle nostre latitudini.
Questo farebbe propendere dunque per la tenuta della resistenza fra 26 mila e 26500 punti, noto obiettivo scaturito dal superamento dell’ultima resistenza (prima del massimo di inizio 2020) a 23000 punti, come il lettore ricorderà. Un ripiegamento consentirebbe al listino di rifiatare, in vista della prossima proiezione. Un obiettivo più che ambizioso, come si desume dal Rapporto Giornaliero di oggi.
Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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