Tiene banco il prossimo aumento dei tassi Fed

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 20/11/2015 13:30

La prospettiva dell'avvio della normalizzazione della politica monetaria americana continua a tenere banco. Ieri due governatori votanti del FOMC, fra cui l'influente vicepresidente Fischer, hanno ribadito l'opportunità di un innalzamento del Fed Funds rate a dicembre, sottolineando il beneficio che esso apporterebbe all'economia, e garantendo - l'aspetto su cui si sofferma adesso l'attenzione degli investitori - che il ritmo sarà graduale; il che peraltro conferma come l'innalzamento non sarà nelle intenzioni episodio isolato.

Due sono però gli aspetti che in questo momento più colpiscono: anzitutto il riferimento al contesto internazionale e in particolare alla fragilità dei mercati emergenti; il che conferma l'esistenza di fatto di un triplice mandato, conferito istituzionalmente alla Federal Reserve. In secondo luogo, storicamente è la prima volta che un aumento dei tassi ufficiali avviene nell'ambito di una recessione in corso dei profitti delle compagnie americane. Approfondiamo nel Rapporto Giornaliero di oggi in basso questi due aspetti di rilevanza strategica.

Nel frattempo si discute meno di un confronto che negli ultimi mesi ha spesso tenuto banco: quello fra l'andamento di Wall Street nel 2015, e l'evoluzione di quattro anni fa. Curioso: proprio ora che esso diverge vistosamente, e in teoria in modo insostenibile. Se è vero difatti che la settimana che precede la ricorrenza del Thanksgiving Day è storicamente benigna; è altresì vero che nel 2011 la settimana in questione fu a dir poco drammatica per la borsa americana. Il confronto fra i due anni, che riproponiamo ancora una volta, evidenzia la deviazione intrapresa dallo S&P: ci si chiede se si tratti di un fenomeno definitivo, o se questa dissociazione sarà presto corretta.



Gaetano Evangelista
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