Su quali input agisce la Federal Reserve?

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 25/07/2019 09:16

Il successo del FOMC di fine mese è legato alla capacità di ripristinare l’inclinazione positiva della curva dei rendimenti. Un insuccesso in tal senso costringerà ad aspettare due mesi prima di nuovi interventi.

Piazza Affari continua il processo di recupero, trainato dal rilevante settore bancario. Gli indici si riportano ora a ridosso dello short stop giornaliero: fin qui si è trattato di un rally correttivo; sopra sarebbe legittimo confidare nella sollecitazione e probabile miglioramento dei massimi annuali.
In ottica di medio periodo lo scenario più probabile è quello legato all’analisi del sentiment benigno (Greed Index) che contemplerebbe una prolungata fase di distribuzione, la quale non esclude ulteriori quanto marginali massimi, prima di un declino che sopraggiungerebbe quando in pochi se lo aspetterebbero; certo non adesso. In ottica di lungo periodo, con l’avvenuto superamento della resistenza sull’indice Comit, l’importante in ottica bullish è che non si ritorni sotto i 1240 punti.

Negli Stati Uniti lo S&P500 si riporta generosamente oltre i 3000 punti, sospinto da una stagione degli utili che entra nel vivo e da una curva dei rendimenti che, nella versione 10y3m, è ritornata finalmente a vantare una inclinazione positiva. Tutto sommato è ciò che gli operatori richiedono al governatore pro tempore della politica monetaria americana: spezzare questa sospensione vitale che con il passare del tempo nuoce allo stato di salute dell’economia. È come smettere di respirare: fattibile, per brevi archi di tempo; pericoloso con il passare dei minuti; potenzialmente letale ogni secondo che passa dopo una certa soglia. Il successo del FOMC di fine mese è legato alla capacità di ripristinare l’inclinazione positiva della curva dei rendimenti. Un insuccesso in tal senso costringerà ad aspettare due mesi prima di nuovi interventi; ma nel frattempo il quadro macroeconomico si sarà gravemente deteriorato.

Un giorno bisognerà capire se la Fed agisce sui input dei dati economici, o se su mandato del Fed Funds rate market; ma questa polemica è argomento dibattuto approfonditamente nell'Outlook di metà anno.
L’Eurostoxx50 nel frattempo ne approfitta per riportarsi a ridosso del solito argine situato poco sotto i 3550 punti. La rilevanza strategica di questa barriera non è mai stata minimizzata: sopra, con ogni probabilità, si salirebbe fino ad eclissare il massimo del 2017. Il trading range in essere dalla scorsa primavera, lascerebbe spazio al pieno ripristino della direzionalità rialzista.


Gaetano Evangelista
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