Sotto questi supporti c'é il vuoto

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 13/07/2022 09:41

Abbiamo aperto alla possibilità di un rimbalzo a partire dalla fine di giugno: quando è stato conseguito un minimo di mercato allineato ai target noti da tempo. Ma una contro-reazione tarda a manifestarsi, ed il modello di asset allocation è fermo sulle sue posizioni.

Malgrado la chiusura negativa, conforta a Piazza Affari la reazione dopo la debolezza iniziale, con il mercato che mantiene in essere il setup bullish conseguito alla formale capitolazione di una settimana fa. L’inclinazione del momentum conferma la possibilità che sia stato conseguito un minimo di una certa importanza. La posizione del modello di asset allocation però invita a non lasciarsi prendere dall’euforia: non è il caso.
Va peggio negli Stati Uniti, dove tassi reali sostenuti e dollaro che sale a nuovi massimi, iniziano a pesare anche sulle società più robuste. Come ben sappiamo, lo S&P500 ha raggiunto un obiettivo di primaria rilevanza a 3650 punti: lo aspettavamo lì da tempo. Ma ora deve cambiare marcia. Già deve espiare la colpa di aver realizzato un minimo di gran lunga inferiore a quello di marzo. Adesso deve dimostrare la volontà di ripartire: aggredendo la resistenza opposta dallo short stop settimanale, decisiva in tutti i rally correttivi sperimentati dopo il massimo di inizio anno. Altrimenti, sarà inevitabile precipitare verso la seconda linea di proiezioni che indichiamo nell’Outlook di metà anno, di imminente pubblicazione.

Domani invece sarà pubblicato l’atteso dato sull’inflazione negli Stati Uniti nel mese di giugno, e forse questa volta le attese benevole di un raffreddamento dei prezzi al consumo saranno rispettate: difficilmente sarà fatto peggio del +0.9% di un anno fa, anche se la Fed di Cleveland propende per un +0.97% che rimanderebbe ancora una volta sine die l’appuntamento con il tanto (troppo) atteso raffreddamento.
Nel frattempo però la earnings season del secondo trimestre scalda i motori. Le attese parlano di una espansione degli EPS operativi del 4.1% rispetto ad un anno fa, prima di tornare a crescere del 9-10% nei trimestri che seguiranno. Una aspettativa giudicata da molti irrealistica, e fonte di possibili delusioni.
L’Eurostoxx50 il minimo di marzo si è limitato a stuzzicarlo, prima di risalire. Come il primo cauto tentativo di mettere piede nell’acqua gelida, prima di concedersi un bagno, le borse europee hanno reagito, ma non sembrano ancora in grado di avviare una ripartenza duratura. Questo rimane il più probabile scenario, vista la consistenza dell’area di supporto che va da 3490 a 3350 punti: diciamo 3400 punti per farla facile; corrispondenti ai più volte citati 400 punti di Stoxx600.
Allo stesso modo, è ragionevole assumere come il cedimento di questo argine alimenterebbe nuove pressioni ribassiste sugli indici continentali. Se un grappolo di ben cinque proiezioni non è in grado di rilanciare le sorti dell’Eurostoxx, è facile immaginare che il target successivo risulterebbe tutt’altro che ravvicinato.

A cura di Gaetano Evangelisti

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