Risuona un lugubre campanello d'allarme

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 05/01/2016 15:50

I mercati azionari iniziano l'anno nuovo decisamente con il piede sbagliato. Le fragilità ben fotografata dal drastico taglio di esposizione azionaria, proposto dal modello di asset allocation; hanno trovato pieno riscontro in una partenza a dir poco disastrosa: per l'indice DAX è la peggiore prima seduta dal 1988, per l'All Share Italia bisogna risalire a gennaio 2000 quando, curiosamente, l'indice sacrificò sempre il 3% dopo le prime 24 ore di contrattazioni.

È arduo basare previsioni su una singola seduta, tuttavia non si può negare che il mancato concretizzarsi di setup altrimenti bullish - restando a Piazza Affari, la prima seduta dell'anno è stata benigna in ben 15 degli ultimi 22 anni, producendo nel complesso una performance media del +1.07% - fa risuonare un lugubre campanello d'allarme: se il mercato non fa ciò che ci si aspetta in base a logica e buon senso, conviene ascoltare il messaggio del mercato. Vale per il giudizio attribuito ad un anno, come il 2015, che avrebbe dovuto consegnarci una performance strepitosa, in quanto pre-elettorale; vale e varrà per i setup stagionali invernali, il primo dei quali si formalizzerà alla chiusura di stasera.

In ottica di lungo periodo, il problema è che il pesante arretramento delle ultime ore, e in generale la fiacchezza recente, stanno riproponendo sulla borsa italiana l'interessamento di supporti strutturali, già sollecitati fra agosto e settembre, e poi ancora a dicembre, la cui tenuta è di vitale rilevanza per scongiurare scenari infausti. E Piazza Affari è pur sempre stata la migliore, lo scorso anno, fra le prime 25 borse al mondo per capitalizzazione.
Se ci soffermiamo sull'indice delle borse mondiali, con esclusione di Wall Street, notiamo come l'abbandono dello spartiacque costituito dalla media mobile di lungo periodo, proceda con convinzione. In altre parole: le borse mondiali sono in downtrend non da ieri, ma da agosto; e nelle ultime settimane non hanno fatto nulla per neutralizzare questa infelice condizione.


Gaetano Evangelista
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