Quinto Hindenburg Omen a Wall Street

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 23/06/2017 12:59

La notizia del giorno è rappresentata ancora una volta dalla debacle del petrolio. Il WTI scivola ai livelli più bassi degli ultimi dieci mesi, e nel complesso perde nell'ultimo mese il 17.5%: questa caduta delle quotazioni di una fondamentale materia prima segnala che le pressioni deflazionistiche sono tutt'altro che sopite. Difatti le aspettative inflazionistiche incorporate nel mercato sono ai minimi da novembre, i rendimenti sulla parte lunga della curva si contraggono, e la curva dei rendimenti negli Stati Uniti si appiattisce ai livelli più contenuti quasi degli ultimi dieci anni.

Tutto questo farà poco piacere alla signora Yellen, che fronteggia ora la possibilità di dichiarare compiuto il suo lavoro di normalizzazione dei tassi, perlomeno per il 2017. Il quadro macroeconomico nel frattempo si deteriora sensibilmente: il CESI Usd scivola ai minimi dal 2011, minacciando ripercussioni su tutti i mercati finanziari americani. Ne parliamo in dettaglio nel Rapporto Giornaliero di oggi. Nel frattempo però, per restare negli USA, annotiamo un nuovo segnale da Hindenburg Omen: sono tre, nelle ultime cinque sedute, e cinque complessivamente dall'inizio di maggio. Wall Street mostra una invidiabile tenuta, malgrado una stagionalità negativa che presto dovrebbe raggiungere lo zenit.

Come rilevato nel rapporto di ieri, al di là dei movimenti di corto respiro, la tendenza di fondo dei mercati azionari mondiali rimane positiva fino alla tenuta del supporto mostrato. Vale anche per l'Italia. L'indice MIB si mantiene sopra l'argine ieri nuovamente sollecitato, prima di una configurazione di inversione che farebbe sperare, nel breve periodo. Gli istituzionali non sono granché persuasi, vista la persistente richiesta di opzioni put sull'indice (copertura); ma, allo stato attuale, l'onere della prova spetta ancora ai ribassisti.


Gaetano Evangelista
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