Quel tonfo sospetto del Dow Trasporti...

Gaetano Evangelista - 28/10/2015 12:59

Il rimbalzo delle borse mostra segni di affaticamento: il momentum fallisce l'impresa di imitare gli indici sottostanti nel realizzare un higher low, e la liquidità contenuta produce le prime vittime eccellenti.

Gli ultimi due mesi hanno visto il ritorno della preferenza per il rischio sulla base di due fattori: la convinzione che gli stimoli fiscali di Pechino possano rilanciare la crescita economica cinese, e la persuasione che il primo rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti sia questione del 2016, ormai. Tuttavia l'impulso fiscale cinese è di gran lunga inferiore all'impatto negativo prodotto dalla sperimentata e prevedibile ulteriore contrazione del credito. Quanto agli Stati Uniti, una prova di buon senso da parte della signora Yellen, dopo le innumerevoli incertezze alimentate negli ultimi mesi, non toglie che le condizioni finanziarie effettive siano già restrittive, come documentato ieri.

Resterebbe da chiarire la "qualità" di questo rimbalzo, con un numero relativamente esiguo di società che partecipano al rally: tipicamente quelle più strapazzate nei primi tre trimestri di quest'anno. Soprattutto al termine della seduta di ieri emerge un dato eclatante: la divergenza venutasi a creare negli ultimi giorni fra Dow Jones Industrial, e Dow Transportation.

Già da qualche settimana Wall Street si muove in evidente antitesi rispetto all'andamento del petrolio; ieri poi il Dow Trasporti, dopo aver clamorosamente fallito il superamento della media mobile a 200 giorni, è precipitato di più del 2%, a fronte di una flessione contenuta da parte del vecchio Dow. L'ultima volta in cui il primo ha sacrificato più del 2% in tre sedute, a fronte di una performance positiva da parte del Dow Jones nel medesimo arco di tempo, risale a maggio: e questo setup ad evidenza inaugurò una fase di risk-off durata diversi mesi.

Gaetano Evangelista
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