Quando la previsione è centrata in pieno

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 09/10/2020 13:22

A giugno la proiezione per Wall Street basata sull'ampiezza di mercato. Quattro mesi dopo, il mercato ha ricalcato fedelmente le aspettative, perdipiù producendo negli ultimi giorni nuovi segnali: basati ancora una volta su ampiezza, ma anche sui volumi di mercato.

Il recupero di Piazza Affari delle ultime due settimane è stato esemplare: con un culmine delle vendite prontamente registrato da una capitolazione formale e da un Panic Index a tripla cifra; nonché da una evidente divergenza bullish. Resta ferma dunque la previsione di un rialzo destinato a durare fino ai primi giorni di novembre, stando alle prescrizioni del nostro modello previsionale basato sul mercato delle opzioni. L’andamento dello spread sui bond governativi di Italia e Germania, conforta in tal senso.
Ma è sugli Stati Uniti che in questo momento si sofferma l’attenzione degli investitori di tutto il mondo. A poche settimane dalle elezioni presidenziali, lo S&P500 si allontana sempre più da quella quota (3270 punti) al di sotto della quale le chance di affermazione di Joe Biden diventerebbe realistiche, al di là di quanto preannunciano insistentemente i sondaggi nazionali. Fino ad ora basato sullo strapotere delle Top10, il mercato azionario USA si va sempre più allargando: il Dow Jones Transportation fa registrare un nuovo massimo storico, che manda definitivamente in archivio i nove trimestri di bear market registrati fra il 2018 e il 2020. Il Dow Jones Utility consegue un rialzo spettacolare, mentre il Russell 2000 conferma tutte le intenzioni di colmare il ritardo finora accumulato.
Il bull market insomma si va allargando a macchia d’olio. Per la prima volta da giugno, conseguiamo ripetuti segnali qualitativi: ampiezza di mercato e volumi. Sul primo fronte ieri è stato conseguito un segnale bullish sul nostro ADT11: i cui effetti sono ben chiari, alla luce di quanto documentato nell’ultimo rapporto. Sul secondo fronte va anche meglio, con l’Up Volume delle compagnie dello S&P500, risultato superiore all’80% in ben tre delle ultime quattro sedute. Ne parliamo dettagliatamente nel Rapporto Giornaliero di oggi.
Tutto questo non ci sorprende affatto. Nei mesi passati sono stati registrati diversi segnali bullish destinato a risollevare le quotazioni, eventualmente dopo il fruttuoso consolidamento di settembre. Segnali basati sui prezzi – il famoso MACD su base settimanale – ma ancora una volta soprattutto sulla ampiezza di mercato.
Il 9 giugno il Summation Index dello S&P500 conseguiva la “velocità di fuga” storicamente necessaria per inaugurare un nuovo bull market. Il rapporto di oggi raffigura la performance che si consegue negli “n” giorni successivi a questo setup, a confronto con l’effettivo andamento dello S&P500, fino ad ora: due gocce d’acqua.
Ciò ovviamente non esclude la possibilità di aggiustamenti nel breve periodo, ma consente di contestualizzarli, e soprattutto di farsi un’idea circa le prospettive di mercato per le prossime settimane.

Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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