Piazza Affari non è più la Cenerentola mondiale

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 25/07/2017 12:08

Toni concilianti da parte delle banche centrali, inducono gli investitori a mettere nuovo denaro al lavoro. Secondo stime provvisorie, soltanto la scorsa settimana sono affluiti quasi 10 miliardi di dollari al mercato azionario, e 10.7 miliardi a quello obbligazionario; entrambi su nuovi massimi assoluti in termini di capitalizzazione: rispettivamente, a 77.8 e 48.5 trilioni di dollari. Limitatamente al mercato azionario, la performance del MSCI World svetta ora al 15% rispetto alla fine del 2016; e non ancora finito il settimo mese di questo spettacolare 2017. Gli investitori non potrebbero essere più soddisfatti.
Il merito è ancora una volta di una ripresa globale dal ritmo ideale: non troppo fiacca da far insorgere timori di ripristino delle pressioni deflazionistiche che flagellarono i listini mondiali all'inizio del 2016; ma neanche troppo robusta da indurre le banche centrali ad un disimpegno più convinto.

Non si parla più di "Trump rally", ma è innegabile che dall'insediamento dell'ultimo presidente degli Stati Uniti, le performance siano state decisamente appaganti. Non mancano però le sorprese: nel G7 non sono gli USA la piazza più brillante. È l'Italia a svettare, dall'insediamento occorso sei mesi fa ad oggi, con una performance del 10.06%. Se l'obiettivo era quello di stimolare l'orgoglio patriottico, bisogna rilevare come la capitalizzazione della borsa americana, rispetto a quelle mondiali, sia scesa ai minimi degli ultimi due anni.

Piazza Affari, eterna cenerentola delle borse mondiali, dal 20 gennaio ha conseguito la sesta crescita più consistente di capitalizzazione relativa, nell'ambito del G20. Questa rivitalizzazione relativa, si scorge molto bene confrontando l'andamento dell'indice MIB, con quello dell'Eurostoxx50. Ad evidenza, la tendenza si è ribaltata sul finire dello scorso anno quando, malgrado la retorica protezionistica che avrebbe dovuto danneggiare le nostre aziende, il rapporto ha svoltato verso l'alto; collocandosi correntemente sui livelli più elevati da marzo 2016. Il confronto fra le performance a dodici mesi fa segnare un saldo a nostro favore superiore al 10%: una circostanza inconsueta, sulla quale opportunamente ci soffermeremo sul rapporto di domani.

Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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