Piazza Affari delinea il consuntivo con un dilemma per il 2022

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 23/12/2021 16:01

Le quotazioni dell'indice FTSE MIB sono tornate a livello che non si registravano da tredici anni, mettendo a segno una performance sontuosa. Wall Street rimbalza, ossequiando le aspettative della vigilia; ma le prove che contano sono attese nelle prossime settimane.

La configurazione di inversione di lunedì a Piazza Affari, dunque consegna l’atteso rimbalzo, con gli indici che chiudono a stretto contatto con la resistenza giornaliera. Se la ripartenza fosse definitiva, nelle prossime ore una conferma dovrebbe essere conseguita.

Wall Street si ritrova in posizione analoga, con lo S&P che ha terminato la sessione a poca distanza dal primo livello di resistenza e che, di fatto, non ha conseguito alcun miglioramento nelle ultime 33 sedute: una siccità a cui i rialzisti non erano da tempo abituati. Ieri ci siamo soffermati sulle (corpose) probabilità di rimbalzo che erano alimentate dal pattern Down Friday, Down Monday, e dalla presenza di un doppio gap verso il basso fra le sedute di venerdì e lunedì. Lo S&P non ha disatteso le aspettative, ma le prove che contano devono ancora pervenire.
Molto dipenderà dalle prossime sedute, ed in particolar modo dall’ultima settimana del mese: quando si formeranno i primi setup invernali: il Santa Claus Rally ed il saldo di dicembre. Lo scenario appare alquanto incerto, in attesa dei setup consuntivi di gennaio che forniranno indicazioni preziose per l'evoluzione attesa nei prossimi dodici mesi.

Non aiuta il quadro monetario, con gli investitori che ormai si orientano verso un primo incremento del Fed Funds rate a metà marzo. Ciò farebbe ritenere fondata l’esternazione del governatore Waller, che pochi giorni fa ha auspicato un tapering a ritmi anche superiori ai 30 miliardi di dollari stabiliti nell’ultimo FOMC.
È bene rilevare come nemmeno la speculazione professionale condivida tale orientamento restrittivo: stando almeno a quanto segnalato dal Fund Manager Survey di BofA, secondo cui soltanto un money manager su sei si aspetta tre rincari del costo ufficiale del denaro, come fa il mercato in questo momento, stando alle indicazioni dei future di Chicago.

Tornando a Piazza Affari, il FTSE MIB termina l’annata con un progresso che sfiora il 20%, senza considerare i dividendi. È il secondo miglior bilancio annuale dal 2000, se l’anno fosse finito ieri. Le quotazioni sono non soltanto risalite a livelli che non si vedevano da tredici anni; ma hanno inanellato una sequenza di ben 6 trimestri positivi negli ultimi 7.
Questa prova di forza è stata sperimentata soltanto due volte dal Duemila in poi. In un caso il setup è risultato fatale. Nell’altro ha preceduto ulteriori anni di progressi. Un bel dilemma per il 2022.

Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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