Per il momento, un'opportunitÃ di investimento soltanto tattica

Gaetano Evangelista - 09/10/2015 13:49

Grazie alla partecipazione, per una volta, dei mercati emergenti, il rimbalzo delle borse mondiali questa settimana ha consentito il recupero di quasi 2500 miliardi di capitalizzazione in tutto il mondo. Il riavvicinamento al rischio da parte degli investitori è testimoniato dalla massiccia performance del Ringgit malese, la valuta EM indicata pochi giorni fa come quella fondamentalmente più sottovalutata al mondo, che in questa ottava ha messo a segno il rimbalzo settimanale più vistoso dal 1998. Si specula sulla concreta possibilità che la Federal Reserve abbia accantonato ogni proposito di aumento dei tassi di interesse, fino al diradarsi delle nubi che gravano sulla congiuntura internazionale. Se così fosse, non se ne farebbe nulla almeno fino a metà 2016.

Una Fed accomodante e un'espansione dei profitti sono stati i due pilastri sui quali ha poggiato il bull market iniziato a marzo 2009. L'accantonamento del proposito di aumentare i tassi ufficiali è incoraggiante ma insufficiente, per tingere nuovamente di rosa il quadro strategico: come abbiamo dimostrato ieri, un mero appiattimento del volume del bilancio della banca centrale USA è compatibile nel medio-lungo periodo con l'ipotesi di un trading range; non quella di un genuino e duraturo rialzo. Quanto ai profitti aziendali, proprio gli Stati Uniti e le economie emergenti denunciano da tempo una contrazione su base annuale che certo non dispone favorevolmente.

In questo contesto si può ammettere il dischiudersi di opportunità tattiche di investimento: ieri abbiamo esaminato gli effetti di un ridimensionamento del VIX per sette sedute consecutive; ne riparliamo oggi. Ad ogni modo, è pacifico che il ritorno del MSCI World sopra la coppia di medie mobili da poco violata, e che in precedenza ha agito da sostegno; costituirebbe un segnale di ripartenza che sarebbe insensato ignorare. Sulla possibilità però che si tratti di una replica dell'analogo episodio di metà 2012, nutriamo non pochi dubbi.

Analisi a cura di Gaetano Evangelista
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