Per gli investitori una annata memorabile

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 10/11/2021 11:37

A 4700 punti, lo S&P500 si colloca al momento del 7% sopra la previsione più ottimistica formulata ad inizio anno dagli esperti interpellati da Bloomberg. Si può ben dire che la stragrande maggioranza degli analisti sia rimasta spiazzata, almeno inizialmente, dall’esuberanza del mercato.

Se 16 sedute positive su 18 erano evento raro, figurarsi 17 su 19. Lo S&P500 non riesce a cedere posizioni, sostenuto da investitori sottopesati, ed in grave ritardo di performance. Passi finché si rende conto a sé stessi; più problematico quando si gestisce OPM (Other People’s Money): secondo la HFRI, i fondi hedge quest’anno hanno collezionato una performance media del 12%; la metà, rispetto al benchmark più popolare al mondo. Peggio va ai gestori di fondi comuni: quasi tutti deficitari rispetto agli indici generali. Per non parlare delle iniziative specializzate sul lato corto, con le azioni USA più shortate che soltanto la scorsa settimana hanno guadagnato più del 12%.

Questo genera la pressante esigenza di irrobustire l’esposizione azionaria, a poche settimane dalla fine dell’anno e dalla chiusura di rendiconti che nelle prime settimane del 2022 riveleranno la grave inadempienza nei confronti dei sottoscrittori: persuasi di aver conferito un mandato che prevedeva l’esposizione al rischio; non l’avversione al medesimo.
I gestori potranno replicare di essere rimasti spiazzati da una stagione degli utili superiore alle aspettative: come se fosse una novità. Nel Q3 il beat rate si è attestato all’81%, con i profitti operativi lievitati adesso del 40% rispetto allo stesso quarto dello scorso anno (si partiva da attese di espansione ben inferiori al 30%...). Questo rafforza il paradosso di un mercato dai multipli ben inferiori a quelli di inizio anno, malgrado il boom borsistico in atto.
D’altro canto, a 4700 punti, lo S&P si colloca al momento del 7% sopra la previsione più ottimistica formulata ad inizio anno dagli esperti interpellati da Bloomberg. Si può ben dire che la stragrande maggioranza degli analisti sia rimasta spiazzata, almeno inizialmente, dall’esuberanza del mercato. Per non parlare dei segnali di consolidamento, erroneamente considerati come l’inizio di un ripiegamento più consistente.

A settembre ad esempio lo S&P500 fletteva sotto la popolare media mobile a 50 giorni, in precedenza efficace nel contenere tutti i consolidamenti di Wall Street. E lo faceva per due sedute di fila. Venendo da diversi mesi di stazionamento al di sopra di questo spartiacque tecnico, la circostanza però doveva insospettire. Dal 1950 si contano 13 casi analoghi, registrati dopo almeno sei mesi di tendenza positiva. Il Rapporto Giornaliero di oggi aggiorna la felice intuizione di due mesi fa: il mercato ha sempre reagito mettendo a segno consistenti guadagni nelle settimane successive. Il rialzo recente giunge tutt'altro che casuale ed inaspettato.
Anzi, se la proiezione per i prossimi mesi dovesse essere a sua volta replicata, gli investitori riuscirebbero a chiudere in bellezza una annata fino a questo momento memorabile.

Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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