Nuovo massimo storico per il Nasdaq!

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 24/04/2015 16:44

E venne dunque il giorno del nuovo massimo storico del Nasdaq. Il listino tecnologico americano ha coronato una lunga marcia, riagguantando ieri sera in chiusura il mitico massimo del 10 marzo 2000: anche quest'ultimo totem degli Orsi è stato abbattuto. Non che sia una notizia completamente esaltante per i Tori: dopotutto, in 15 anni il Composite ha reso lo zero percento! Come si può rilevare, nella ultraquarantennale storia del Nasdaq, mai su questo arco di tempo il tasso di rendimento complessivo è risultato così basso...

Gli investitori potranno "consolarsi" meditando sul fatto che quando lo S&P migliorò il suo, di massimo storico, nel 2013; sarebbe salito per altri due anni (ad oggi), conseguendo un'ulteriore performance del 35%, dividendi esclusi. In effetti il trade "compra la formazione di nuovi massimi storici" è risultato decisamente appagante, negli ultimi due anni: è valso appunto per lo S&P, è valso per il DAX, ed è valso per indici minori, come il TA100 di Tel Aviv, di cui torniamo ad occuparci oggi.

In questo contesto idilliaco, la borsa italiana prende prevedibilmente fiato. Come si può notare dalla figura, il rapporto fra MIB e S&P500 è vistosamente fuoriuscito dal canale ascendente che l'ha contenuto da gennaio in poi. Magari l'inclinazione del medesimo era troppo ripida per essere sostenibile. Sta di fatto che questa inversione (relativa) di tendenza conferma la possibilità che il corrente secondo trimestre faccia registrare un ribaltamento dei rapporti di forza fra le due sponde dell'Atlantico. Dopotutto, sarà pressoché impossibile negli Stati Uniti produrre dati macro più deludenti di quelli sperimentati negli ultimi quattro mesi...



Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

 

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