Beffati gli "esperti" che già sul finire del 2022 preconizzavano un'imminente recessione; come se non fosse bastata quella della prima metà dello scorso anno, per la quale è stato già sperimentato un formale bear market: ora rovesciato da questo bull market.
Il bull market negli Stati Uniti ha superato i nove mesi di anzianità. Dal minimo di ottobre lo S&P500 ha guadagnato il 28%, imponendo un duro risveglio anche ai più riottosi. Chi osa con delicatezza Bloomberg: «coloro che avevano previsto una recessione stanno iniziando a coprire le scommesse, con l’inflazione che si raffredda e l’economia che resiste».
Tradotto: chi ha disatteso le indicazioni rialziste, emerse con prepotenza in tempi non sospetti, è costretto adesso a leccarsi le ferite, e ad accodarsi costosamente al bull market. Senza però capitolare del tutto: «ancora il 60% dei previsori confida in una recessione negli USA nei prossimi dodici mesi».
Naturalmente il mercato si fa beffe delle argomentazioni dei sedicenti esperti. Il Dow Jones inanella un saldo positivo per la decima seduta di fila. Anche limitando l’indagine a nove giorni consecutivi, il track record è di tutto rispetto, come commentiamo nel Rapporto Giornaliero di oggi.
Puntualmente, la natura elitaria del rialzo lascia spazio ad un allargamento a tutte le pieghe del listino. La Advance-Decline Line dello S&P500 raggiunge un nuovo massimo storico, addirittura anticipando l’indice sottostante. Ben l’86% delle società del paniere si colloca sopra la propria media mobile a 50 giorni, a dispetto della persistente narrativa del contributo di poche azioni. E circa 250 società del NYSE si collocano sui massimi degli ultimi dodici mesi, e ora anche il mercato del credito fornisce segnali promettenti, con il 15% dei corporate bond in circolazione sui massimi annuali. È la prima volta in due anni, ed il segnale è promettente per l’Equity nel medio periodo.
Il sentiment non è più negativo, ma da qui a definirlo positivo; ce ne corre. La media delle positività di tutti gli operatori soltanto adesso si è spinta oltre il 50%: ci siamo ormai definitivamente lasciati alle spalle il pessimismo imperante lo scorso autunno, ma siamo ben distanti da condizioni di ottimismo. Il bull market ha ancora spazio e tempo.
Probabilmente, non da subito però. Venerdì è sopraggiunta la scadenza del Delta System che si candidava ad intercettare un massimo temporaneo. La stagionalità adesso si fa impegnativa, e al termine della passata settimana su S&P500 e Nasdaq si scorge un segnale di esaurimento del rialzo da analisi della regressione lineare.
Tutto lascia supporre un periodo di rifiatamento, che collimerebbe bene con quanto suggerito a questo punto dell'anno dal modello previsionale, proposto (pagina 143) nell’Outlook di metà anno.
di Gaetano Evengelista
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