Mercati azionari ad un bivio decisivo

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 13/05/2020 12:29

Ieri lo S&P500 è stato pesantemente respinto dall’orbita della media mobile a 200 giorni, su cui non a torto i ribassisti ripongono le loro speranze. La chiusura poggia di nuovo sul supporto giornaliero: è la terza volta, in poco più di tre settimane.

Tensione e attenzione sono palpabili. Quando il modello suggerì, con largo anticipo, un minimo a Piazza Affari per la seduta del 13 marzo, ammettiamo che fornimmo l’informazione a valore facciale, senza eccessiva convinzione; ancor più scetticismo avvolse la previsione, proposta due mesi fa, di una svolta verso il basso non prima della fine della prima decade di maggio.

Per l’esattezza, il picco della borsa italiana, stando al modello previsionale basato sul mercato delle opzioni, era atteso ieri. Dunque, ci saremmo: da oggi si lavorerebbe all’accantonamento del rally correttivo che, dalle nostre parti, non ha nemmeno avvicinato la resistenza di medio periodo. Se da un lato l’abbattimento della resistenza in area 18000 punti di MIB avrebbe fornito solide argomentazioni ai rialzisti; questi si devono ora guardare le spalle, e accertarsi che non venga meno il supporto situato a 17200 punti. Tempo di esami, per Piazza Affari.

Wall Street per le note ragioni vanta un quadro tecnico decisamente più invidiabile. Frutto, come noto, dell’impatto decisivo di una manciata di società ad elevatissima capitalizzazione. Tant’è vero che se, alla chiusura di ieri, il ritardo dal massimo di febbraio si misura in poco più del 15%; allo stesso tempo soltanto il 12% delle società dello S&P500 ha riguadagnato i massimi del 2020. Questo rialzo è stato affare di pochi.

Ieri l’indice in questione è stato pesantemente respinto dall’orbita della media mobile a 200 giorni, su cui non a torto i ribassisti ripongono le loro speranze. La chiusura poggia di nuovo sul long stop giornaliero: è la terza volta, in poco più di tre settimane. Anche qui, pertanto, esclusivamente in ottica di breve periodo i compratori sono chiamati subito ad uno sforzo che scongiuri un primo segnale di inversione di tendenza.

Dopo diverse settimane al di sotto di questa soglia, i rialzisti avrebbero non poco apprezzato un definitivo breakout. Ieri invece hanno prevalso di netto i venditori, con una chiusura inferiore al 2%. Venendo da una permanenza di oltre sei settimane al di sotto di questo fondamentale spartiacque tecnico, la circostanza è non priva di effetti. Nel Rapporto Giornaliero di oggi ci soffermiamo sulle implicazioni di questo setup per i prossimi due mesi.

A cura di Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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