La correzione relativa di Piazza Affari non è anomala

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 22/05/2018 15:16

Le incertezze sulla congiuntura economica, con gli indicatori macro globalmente su livelli più tiepidi dello stesso periodo dello scorso anno, e l'aumento dei tassi di interesse alimentato dall'ulteriore risalita del petrolio; hanno scosso la fiducia degli investitori, corsi a liquidare posizioni in un mese peraltro tradizionalmente poco amichevole. La capitalizzazione dei listini mondiali si riduce così di mezzo trilione di dollari: i listini del Vecchio Continente riescono però a strappare un saldo positivo, mentre le borse emergenti hanno decisamente la peggio, appesantite da un dollaro in grande spolvero, che penalizza l'esposizione debitoria EM pesantemente sbilanciata verso il biglietto verde.

In questo contesto, Piazza Affari subisce il danno maggiore, con perdite attorno al 3% in una settimana. Chiariamo: non è anomalo il ribasso della passata ottava; anomala è stata la sovraperformance sfrontatamente accumulata nei mesi precedenti. Ma quando il differenziale di performance, alla fine del primo quadrimestre dell'anno, fra All Share Italia ed Eurostoxx50, raggiunge proporzioni simili a quelle di quest'anno; come già esaminato un paio di settimane fa il seguito non è mai benevolo nei mesi successivi. L'aggiustamento relativo nelle ultime due settimane è stato già considerevole; ma basterà? il dubbio è lecito, considerando che tuttora, malgrado tutto, il gap di performance a dodici mesi si misura nell'ordine dei +9 punti percentuali, mentre a fine 2016 - quelli sì bei tempi per sovrappesare Piazza Affari... - la sottoperformance superava i -20 punti percentuali.

Nei confronti della borsa americana l'abbozzata inversione di tendenza è ancora più evidente. Il Rapporto Giornaliero di oggi mostra il rapporto fra indice MIB e S&P500; avendo avuto l'accortezza di convertire quest'ultimo in euro per omogeneità di comparazione. Come si può notare, il rapporto ha conseguito un minimo ad inizio novembre 2016: in concomitanza con le elezioni presidenziali USA (con buona pace di chi giurava che l'elezione di Trump avrebbe danneggiato le nostre aziende esportatrici...). La sovraperformance ha raggiunto un culmine il 24 aprile: quando il MIB/eSPX ratio ha svoltato verso il basso, abbattendo proprio venerdì una trendline che poggiava su ben quattro punti. Stando così le cose, si direbbe che questo trade ("Compra Piazza Affari, vendi Wall Street") sia venuto definitivamente meno.



Gaetano Evangelista
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