Nonostante il saldo positivo di ieri, crescono oltre le 100 unità le società del NYSE su nuovi minimi annuali. Cosa implica questo comportamento per le settimane a venire?
Seduta dai due volti, con un inizio francamente preoccupante, in buona misura compensato da un recupero nella seconda parte della giornata, che contribuisce al rilassamento degli investitori. Significativo rilevare come negli Stati Uniti le società ieri più brillanti siano state complessivamente quelle più sacrificate nel ribasso da febbraio a marzo, e nel declino delle passate sedute: un indubbio conforto per gli investitori.
In questa ottica ben si comprende la tendenza che inizia a delinearsi fra le società quotate: che, di fatto, hanno partorito un nuovo acronimo ad accompagnamento dei propri risultati di bilancio: EBITDAC. Proprio così: la definizione di utili (Earnings) prima degli (Before) oneri finanziari (Interest), delle imposte (Taxes), di svalutazioni (Depreciations) e di ammortamenti (Amortization); si integra adesso contemplando l’impatto provocato dal CoViD19. Più di una società, segnala il Financial Times, riporta il livello che presumibilmente i profitti avrebbero raggiunto, in assenza dell’emergenza sanitaria degli ultimi mesi. Un tentativo ci pare un po’ scomposto e azzardato, che riporta alla memoria analoghi tentativi compiuti ad inizio millennio per mitigare l’impatto dello sboom della new economy.
La circostanza per il momento è classificata nella categoria “folklore”. Ciò che contava ieri, era dare l’impressione di un mercato vitale; e così è stato, a giudicare dal saldo positivo conseguito a Wall Street. Le tensioni emergono più chiaramente a livello sottocutaneo: malgrado il +1% abbondante messo a segno, lo S&P500 denuncia un passivo superiore al 2%, rispetto a tre giorni fa. In un contesto bearish questo comportamento tipicamente è seguito da una reazione pressoché immediata.
C’è dell’altro. Nonostante il rimbalzo di ieri, le società del NYSE sui minimi annuali sono decollate ad oltre 100 unità su circa 3000 azioni quotate sul tabellone principale di New York. Considerevole la progressione messa a segno nelle ultime sedute: 6, 14, 24, 72 e ieri 104 società sui livelli più bassi degli ultimi dodici mesi.
Il setup non è così frequente: si contano una decina di episodi dal 2007. Il Rapporto Giornaliero di oggi si sofferma sulle conseguenze per il listino azionario americano.
Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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