La capitolazione ha preceduto la rinascita delle borse

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 02/11/2022 08:49

Confermata l'attesa di un minimo di rilievo fra il 10 ed il 13 ottobre, i mercati azionari hanno cambiato decisamente marcia nelle ultime due settimane. Si chiude un mese di ottobre senza precedenti per il Dow Jones, con implicazioni per l'inizio di novembre.
 

L’aspettativa di un minimo annuale nella finestra temporale compresa fra il 10 ed il 13 ottobre è stata pienamente confermata. Spettacolare il rimbalzo del Dow Jones: a 24 ore dalla fine del mese, il decano degli indici di Wall Street mette a segno la performance migliore per ottobre dal 1900 ad oggi, con un saldo che sfiora il +15%. Soltanto altre due volte il vecchio Dow ha portato a casa un guadagno a doppia cifra nel mese che si conclude oggi: nel 1982 e nel 2002. Prescindendo da ottobre, per ritrovare per il Dow Jones un mese migliore dovrebbe risalire addirittura a gennaio 1976.

Non c’è che dire: le borse hanno sfruttato al meglio la capitolazione su base settimanale sperimentata due settimane fa. Un setup formale registrato su diversi fronti: anche sul nostro FTSE MIB, riuscito la passata ottava a chiudere oltre la resistenza settimanale. Bene così. Adesso l’indice ristretto di Piazza Affari è atteso al banco di prova decisivo dell’orbita della media mobile a 200 giorni.

Il più volte citato fattore stagionale e la capitolazione sono i due fattori che spiegano il rally delle ultime due settimane. Di certo non i fattori economici: che siano macro piuttosto che micro. Su questo secondo fronte la stagione degli utili era partita con il piede giusto, ma le ultime release hanno ridimensionato gli entusiasmi, con meno del 70% delle società riportanti che ha battuto le stime di profitto e di fatturato degli analisti; e con una guidance vistosamente ridimensionatasi.

Sul fronte macro il rilascio del PIL del terzo trimestre non ha sorpreso alcuno; ma la negativizzazione di più segmenti della curva dei rendimenti americana non fa certo ben sperare: con una (nuova) recessione per la quale si pone una questione di “quando”, non di “se”.

L’aspetto confortante per gli investitori è che, giunto ad un bivio decisivo, nella scelta fra il Bene ed il Male il mercato azionario americano ha scelto il primo: con la sovrapposizione del tracciato del 2022 con le annate passate che continua a ricalcare in modo impressionante l’andamento del 1962, essendosi invece distaccato dalla prescrizione ben più inquietante del 2008.

Le prossime sedute sono improntate ad un certo ottimismo: a parte le indicazioni cicliche del Delta System, siamo entrati da 24 ore in una finestra stagionale storicamente benigna, come dettagliamo nel Rapporto Giornaliero di oggi. Questo dovrebbe permettere agli indici azionari di ignorare temporaneamente le indicazioni di affaticamento emerse negli ultimi due giorni.

 

A cura di Gaetano Evangelista

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