L'Orso si è annunciato con largo anticipo

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 04/03/2022 13:06

La rottura del "ghiaccio sottile" sul quale precariamente poggiavano le quotazioni di Piazza Affari, ha determinato il prevedibile tonfo delle quotazioni. Opportuna la scelta del modello di asset allocation di disimpegnarsi dalle borse sin dalla fine di novembre.

Come è caratteristico dei bear market, Piazza Affari risulta insensibile ai setup teoricamente bullish che hanno contraddistinto le ultime sedute di passione. Prima lo SMTP del 22 gennaio, poi la capitolazione del 1° marzo: hanno indotto reazioni soltanto iniziali, prima di una nuova corrente di vendite. Questa mancanza di operato costruttivo denuncia la grave fragilità della borsa italiana.

Il ghiaccio sottile su cui poggiavano gli indici di Palazzo Mezzanotte, si è spezzato irrimediabilmente. Nella versione total return, senza dubbio più rilevante per le considerazioni di lungo periodo, l’All Share Italia si è mosso ordinatamente all’interno di un canale ascendente per più di un decennio; prima dello sfondamento rialzista di un anno fa.

Quella circostanza, fu rilevato a suo tempo, prescriveva l’opportunità di assecondare sul lato long il break, avendo ben presente che ad un certo punto sarebbe stato presentato il conto. Quest’anno vantava consistenti probabilità di inaugurare a Piazza Affari un bear market pluriennale; ma si confidava in un massimo – anche relativo – in primavera, prima di una inesorabile inversione di tendenza. L’invasione dell’Ucraina ha fatto senza dubbio precipitare le cose, con l’improvvisa debolezza del settore bancario che ha agito da insostenibile zavorra.
Ma era questione di tempo, e di catalizzatori. I tempi erano maturi per un esaurimento del bull market ultradecennale e, salvo errori, in prospettiva si lavora ad un transito verso la parete inferiore del canale arcinoto ai nostri lettori. Vorremmo tanto sbagliarci, ma il target ribassista appare ben evidente e poco discutibile.

Sostenuta dal dollaro, Wall Street riesce a contenere i danni, denunciando però la prevedibile incapacità di spingersi oltre la resistenza segnalata ieri a 4400 punti. Il modello di asset allocation però non lascia molto spazio a previsioni confortanti, in virtù del progressivo derisking raccomandato a partire dalla fine di novembre. Assistiamo allo sbriciolamento delle quotazioni con una esposizione in azioni provvidenzialmente contenuta ai minimi termini.
Prima il ToY setup negativo, poi un saldo parimenti negativo nei mesi di gennaio e febbraio, infine l’attivazione del December Low Indicator. L'Orso si è annunciato con largo anticipo...

Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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