Wall Street mantiene le posizioni, e provvidenzialmente i nuovi minimi non si espandono ulteriormente. Ma resta l'allerta lanciata una settimana fa; soprattutto se si dovessero concretizzare le citate condizioni in presenza delle quali il rischio aumenterebbe.
Seduta negli Stati Uniti fotocopia di quella precedente: con gli indici che aprono questa volta in territorio negativo, conoscendo ulteriori pressioni verso il basso, prima di recuperare nelle battute conclusive.
L’elemento questa volta confortante è dato dal miglioramento del profilo dell’ampiezza di mercato: con le società su nuovi minimi annuali che numericamente ripiegano. Il conteggio degli Hindenburg Omen di recente registrati dunque si ferma a quattro, a partire dall’episodio di una settimana fa: un fenomeno da monitorare con attenzione, e per il momento rientrante nei canoni di una relativa normalità.
Per il resto, la chiusura positiva di ieri incoraggia, ma riteniamo faccia parte ancora di un processo di aggiustamento inaugurato all’inizio del mese: due mesi dopo il picco di settembre, sei mesi dopo il massimo transitorio di maggio. Verosimilmente, questa fase incerta si concluderà soltanto con la prossima scadenza ciclica del Delta System.
Come segnalato ieri, Piazza Affari sta fornendo inquietanti segnali di debolezza relativa, prima che assoluta. La sovraperformance ostentata da un anno a questa parte sta per essere inesorabilmente archiviata, rispetto agli indici internazionali più osservati.
Due sedute dal saldo inferiore al -1% in tre giorni: non accadeva dal 19 luglio scorso, e la circostanza si rivelò beneaugurante. In effetti un certo ipervenduto potrebbe favorire ora una confortante reazione. Questi setup però tendono a riproporsi a breve distanza di tempo; sicché non è detto che un rimbalzo qui possa risultare definitivo.
Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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