L'Europa ha definitivamente cambiato marcia?

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 24/03/2021 10:51

Spettacolari le performance messe a segno dalle borse nei primi dodici mesi del bull market iniziato a marzo 2020. In calo, buona ultima, la volatilità rappresentata dal VIX, mentre gli investitori si svegliano finalmente dal torpore: è boom di acquisti di fondi azionari.

La settimana post scadenze tecniche trimestrali incomincia con il piede giusto per i listini azionari. Una anomalia storica il saldo positivo messo ieri a segno: registrata in circostanze analoghe una decina di volte in tutto dal Dopoguerra ad oggi. Non cambiano le indicazioni circa l’andamento più probabile da qui alla fine del mese, ma è opportuno di passaggio ricordare l’esiguità del saldo medio negativo di cui si parla. È questione soprattutto di probabilità, non di profondità.
Le attenzioni degli investitori naturalmente sono orientate verso il primo anniversario del bull market incominciato un anno fa. Lo S&P500 ha messo a segno un guadagno del 75% che, sotto questa prospettiva temporale, costituisce una prima volta assoluta dal 1950 in poi. Abbassando l’asticella al +50% si scorgono non più di tre precedenti: tanto per rimarcare l’assoluta eccezionalità della performance degli ultimi dodici mesi. Per il Nasdaq i precedenti analoghi (rivalutazione superiore al 75% in un anno) sono appena quattro. Nel Rapporto Giornaliero di oggi ci siamo soffermati sulle prospettive ipotizzabili fra uno, tre, sei e dodici mesi da oggi.
Inevitabilmente, i rialzi messi a segno negli ultimi dodici mesi, hanno indotto il risveglio degli investitori rimasti fino ad ora ai margini del listino. Ieri sera il VIX ha finalmente raggiunto il minimo degli ultimi dodici mesi: un evento che ha tardato a manifestarsi, con l’alter ego S&P500 sui massimi storici. Il misuratore di volatilità delle opzioni rimane comunque di poco inferiore ai 20 punti. Un ottimismo cauto, insomma.
Ben riflesso dai flussi verso i fondi comuni azionari: 170 miliardi di dollari, nell’ultimo mese, al netto dei riscatti; annota il Financial Times. Un dato incoraggiante, ma ben poca cosa rispetto all’emorragia degli ultimi anni.

Anche le borse europee hanno partecipato al festival delle plusvalenze. Lo Stoxx600 porta a casa un guadagno del 51% a ieri, l’Eurostoxx50 sale del 61 percento, al pari del MSCI Euro. Naturalmente, una borsa tradizionalmente ciclica come quella del Vecchio Continente, ha visto primeggiare i settori più direttamente esposti alla congiuntura economica internazionale.
Il confronto fra ciclici e difensivi dello Stoxx600 ha messo a segno un rialzo senza precedenti, almeno dal 2000 in poi. Notevole soprattutto la posizione corrente del citato rapporto: appena fuori il canale di regressione inclinato verso il basso, in essere 2007 in avanti. Un percorso piuttosto ordinato, di cui sono stati alternativamente sollecitati i due confini; prima del breakout delle ultime settimane. Sotto questa prospettiva, davvero si direbbe che l’Europa abbia definitivamente cambiato marcia, come è negli auspici di tutti.

Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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