L'anno dalle grandi performance e senza correzioni

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 12/11/2024 15:30

Delta System e proiezioni tecniche argomentano a favore di un consolidamento di breve periodo, ma nulla evidentemente che possa impensierire un bull market chiamato con precisione chirurgica ed in splendida solitudine, ormai più di due anni fa.

Lo S&P500 consegue un nuovo massimo storico – è il 51esimo quest’anno – togliendosi lo sfizio di conseguire una chiusura che contempli il “6” come prima cifra. Curiosamente, l’intero range della seduta di ieri è contenuto all’interno della proiezione a 5985-6015 punti, che costituisce il primo dei target della sequenza rialzista inaugurata con il minimo di inizio agosto.
È andata meglio ieri all’indice equiponderato, che consegue un guadagno dello 0.5%, beneficiando di una apprezzabile ampiezza di mercato: ben 8 settori su 11 della borsa americana, avendo ieri chiuso in progresso. Stecca vistosamente la tecnologia, con l’indice S&P di categoria che subisce una contrazione dello 0.9%. Si lavora ancora attorno al massimo di luglio...

Quest’anno sarà ricordato per gli innumerevoli bias negativi che hanno pesantemente condizionato una significativa quota di investitori. Molti contavano su una recessione, indotta dall'inversione della curva dei rendimenti; d'altro canto la guerra all'inflazione avrebbe "rotto" qualcosa, e non pochi assicuravano che il primo taglio dei tassi Fed a settembre avrebbe inaugurato un bear market, sulla base di un paio di ricordi selettivi del passato. 
Poco contava per essi che il mercato azionario è sempre salito, nei mesi successivi all'inaugurazione di un ciclo monetario distensivo che non coincidesse con una recessione: che noi escludevamo perentoriamente, confidando anzi in un'accelerazione ed allargamento dell'espansione macro, con il corollario di sorprese sul fronte della generazione di utili aziendali, puntualmente manifestatesi.
Ora che tutti gli spauracchi sono stati neutralizzati, il mercato è diviso fra  investitori ritardatari, in imbarazzo con i rispettivi mandanti; e un muro di paura che finalmente ha smesso di crescere.

La prossima scadenza ciclica del Delta System fornisce al mercato il pretesto tecnico per una pausa rigeneratrice, dopo la recente galoppata. Un consolidamento dalla durata evidente, prima di ripartire alla volta degli obiettivi ambiziosi che questo 2024 può ancora fornire.
Sullo sfondo, permane una condizione ideale per gli investimenti in azioni. La tendenza formalizzata ad ottobre-novembre dello scorso anno è ancora ben in piedi. In tutto l’anno, mai le quotazioni azionarie hanno ceduto il 10% o più: soltanto consolidamenti misurati. Il che ha fornito agli investitori un ritorno esaltante in termini risk-adjusted. Per qualcosa di più serio, ci si preoccuperà eventualmente con il nuovo anno. Sempre che il 2025 Yearly Outlook sarà di questo avviso.

Gaetano Evangelista - www.ageitalia.net

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