Investire in borsa come Paperone (o come Rockerduck)

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 29/10/2021 14:46

Wall Street è salita in 33 degli ultimi 41 anni nella finestra di quattro giorni a cavallo fra ottobre e novembre. Soprattutto, disattendendo un persistente luogo comune, è scesa in sole due occasioni negli ultimi 19 anni nel semestre compreso fra maggio ed ottobre.

Dobbiamo fare pubblica ammenda. Parliamo spesso e volentieri della borsa americana e dei suoi primati. Il merito indubbio di Wall Street e dintorni, è l’abbondanza di dati storici su cui formulare valutazioni di lungo periodo: così essenziali per gli investitori. Ma non è che il mondo resti a guardare.
Ieri sera ad esempio il MSCI World, che raggruppa appunto i listini di tutto il mondo, ha conseguito a sua volta un nuovo massimo storico, eclissando il picco di inizio settembre. Un traguardo quest’anno tagliato altre 56 volte, a conferma del fatto che non c’è soltanto la borsa americana, e che gli investitori nel 2021 hanno potuto godere di un’ampia scelta e di copiose opportunità. Negli ultimi dodici mesi, il MSCI World ha migliorato i massimi assoluti in ben 75 occasioni: una volta ogni poco più di tre giorni. Se pensiamo che una vecchia regola dell’analisi tecnica consiste nel comprare i nuovi massimi, concludiamo con sollievo che buona parte delle performance di quest’anno sia stata intascata dagli investitori.

I driver dello spunto rialzista di ieri, (tornando) negli Stati Uniti, sono stati il rilascio del dato preliminare sulla crescita americana nel terzo trimestre – inferiore alle attese, ma superiore al dato pressoché nullo paventato da non pochi osservatori – ed il mutamento di pelle di una delle protagoniste del FANG, invero un po’ appannate di recente. Adesso ci sarà la corsa alla ridenominazione del FANG: MANG? MANGA? MAAAN? MANA? Si vedrà...
Sono questioni che lasciano indifferenti gli investitori in reddito fisso: nel marasma più assoluto quest’anno. Mentre l’Equity conta le plusvalenze come fa Paperone con i suoi amati dollari, chi ha investito in titoli di Stato mangia il cappello come Rockerduck: al lordo delle cedole, il Decennale USA quest’anno perde il 4.35%, e persino il meno rischioso titolo a 2 anni, in termini total return, ieri è scivolato in territorio negativo.

A 24 ore dalla conclusione dell’(una volta) famigerato settembre del “Sell in May and go away”, lo S&P500 porta a casa uno spettacolare +10%. Una performance che condanna chi non segue l'analisi tecnica: con Wall Street che in effetti negli ultimi 19 anni in questo arco di tempo è scesa soltanto due volte. Come sappiamo, questo saldo è rilevante non soltanto come dato a consuntivo, ma anche per le notevoli implicazioni prospettiche: abbiamo già discusso nel Rapporto Giornaliero le implicazioni di questa performance per l'andamento fino alla prossima primavera.

Ma l’analisi tecnica è utile non soltanto nel medio e lungo periodo, ma anche nel breve periodo: la finestra di quattro sedute a cavallo fra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, ha conseguito un saldo positivo in ben 33 degli ultimi 41 anni.

Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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