In borsa non serve altro all'infuori dell'analisi tecnica

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 19/07/2023 11:09

Soltanto un approccio metodico oggettivo, basato sul rigoroso riscontro quantitativo, ha consentito ad ottobre di chiamare il minimo del bear market, ed in seguito l'avvio di un bull market che ha colto molti - ma non tutti - di sorpresa.
 

Il noto gestore Mohamed A. El-Erian, ieri sulle colonne di Bloomberg si è lasciato andare ad una riflessione che ha tanto il sapore di un accorato sfogo dopo gli ultimi nove mesi di bull market. L’economista di Allianz, ex PIMCO, riconosce come i mercati si siano mossi non in funzione di ciò che è occorso; bensì grazie a ciò che non è successo. Nonostante dieci incrementi del costo ufficiale del denaro, una persistente minaccia di recessione, un dissesto di istituti di credito di dimensioni ragguardevoli; il mercato del lavoro ha retto molto bene, l’economia americana è cresciuta del 2.0% reale negli ultimi tre trimestri, con il credito che non ha risentito delle turbolenze di marzo.
A questo punto l’ammissione che ci strappa un sorriso: (citiamo) «i mercati hanno messo da parte queste considerazioni per l’impatto di consistenti fattori tecnici». Il che fa nascere una nostra, di riflessione: ma se tutti gli aspetti fondamentali, citati e non, pur considerevoli, non esercitano alcun impatto sulle quotazioni dei mercati finanziari, perché impegnarsi tanto nel commentarli e peggio inserirlo nel processo decisionale?

Benché El-Erian operi subito dopo una difesa d’ufficio, promettendo con un pizzico di malcelata frustrazione che «i fondamentali con ogni probabilità acquisiranno rinnovata influenza nei prossimi mesi, sebbene l’impatto di questi fattori resti di difficile quantificazione», la realtà arcinota ai lettori è che l’unico approccio che ad ottobre scorso segnalò l’esaurimento del bear market («fra il 10 ed il 13 ottobre», si anticipò qui a suo tempo, e per tempo), e che sul finire dello scorso anno iniziò a produrre i setup del bull market; è quello basato sullo studio dei comportamenti passati degli investitori.
Che la si chiami analisi tecnica, o statistica, o stagionale; o quantitativa, come usano fare oggi i gestori per celare l’imbarazzo e vincere le diffidenze di alcuni investitori; poco conta: conta conseguire un vantaggio previsionale sugli altri contendenti alle performance di mercato.

Lo stesso approccio è quello impiegato nelle oltre 150 pagine che compongono l'aggiornamento di metà anno del 2023 Yearly Outlook: il prodotto di punta di AGE Italia, dedicato alle prospettive macro per i prossimi sei mesi, e alla mappatura previsionale dei principali mercati finanziari mondiali. Una guida insostituibile per investitori sofisticati, consulenti finanziari e gestori di portafoglio, di cui caldeggiamo la lettura.

 

di Gaetano Evangelista
https://www.ageitalia.net/

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