In borsa l'esposizione è positiva, ma inferiore al benchmark

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 04/02/2015 12:37

Il breakout di ieri a Piazza Affari era nell'aria, e non sorprende del tutto. Malgrado tutta una serie di elementi teoricamente ostativi, l'indice MIB si rifiuta di ripiegare e sfonda la resistenza fra 20365 e 20690 punti che a gran fatica l'ha contenuto negli ultimi dieci giorni, spingendosi ai livelli più alti dallo scorso 19 settembre. È l'unico indice del G25, assieme al DAX tedesco, a vantare già un saldo a doppia cifra rispetto al 2014. In generale, la classifica delle performance arride alle piazze europee, che occupano le cinque posizioni del ranking: questo conferma il cambiamento di orientamento strategico già discusso in precedenza.

Con specifico riferimento alla borsa italiana, il rapporto ricorda gli obiettivi a cui aspira l'indice MIB: evidentemente, si punta all'ultimo livello prima del massimo di giugno 2014. Relativamente all'indice MSCI Euro, invece, abbiamo già rilevato come il superamento della resistenza che l'ha contenuto da aprile in poi, inducesse a stimare un primo obiettivo in area 1200 punti; a sua volta, ultimo diaframma prima del massimo del 2007.

La generale preferenza per le piazze europee, non toglie che l'allocazione in borsa rimanga soltanto moderatamente bullish, rispetto agli standard a cui abbiamo abituato i lettori negli ultimi sei anni. Il modello di asset allocation da alcuni mese ormai ravvisa elementi di rischiosità minoritari, nel contesto generale, ma comunque assenti in passato, e tali da raccomandare un'esposizione azionaria inferiore al benchmark. Rimandiamo al rapporto mensile per un approfondimento in termini di percentuali di esposizione, e di mercati sui quali spalmare la componente azionaria.


Gaetano Evangelista
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