Il "punto di rottura" dei mercati azionari

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 18/03/2015 15:13

Ancora una volta, la flessione dell'indice MIB è contenuta dal massimo di giugno dello scorso anno, che adesso agisce da supporto naturale. Resta da verificare se questo livello conterrà ulteriormente il mercato: la sensazione è che, essendo la rottura rialzista molto "fresca", non ci sia stato il tempo sufficiente per consolidare il supporto. Ad ogni modo, tutto lascia intendere che il massimo dell'altroieri non sia definitivo.

Più agevole esaminare il punto di rottura della borsa americana. Come si ricorderà, il Dow Jones si è mossa per quasi tutti gli ultimi vent'anni all'interno di un elegante canale rialzista, risultato (temporaneamente) abbandonato solamente in occasione della Crisi Finanziaria Globale del 2008. Quel canale è stato significativamente sfondato verso l'alto poco meno di un anno fa: un arco di tempo sufficiente a conferire notevole valenza tecnica alla parete superiore, che adesso dovrebbe agire da supporto naturale per Wall Street: sarebbe minaccioso scivolare sotto i 16700-17000 punti. Gli investitori prendano nota.

Naturalmente oggi a Wall Street si parla d'altro. La signora Yellen potrebbe rimuovere il riferimento alla «pazienza» dalle dichiarazioni che seguiranno il FOMC di oggi: ciò sarebbe preludio ad un aumento dei tassi di interesse ufficiali in occasione della riunione di giugno; in caso contrario, le aspettative si orienteranno verso settembre. Per la borsa americana, le implicazioni di questo shift temporale non sarebbero secondarie, come abbiamo esaminato ieri in termini di risposta del mercato prima/dopo l'aumento dei tassi. È il caso di approfondire ulteriormente la questione. Lo facciamo qui in basso.


Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net


 

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