Il percorso che attende Wall Street nelle prossime settimane

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 13/02/2025 20:00

Il mercato azionario assimila apparentemente bene il rilascio di un CPI superiore alle previsioni, che congela fino alla fine dell'anno la prospettiva di ulteriore taglio dei tassi. Più scomposta la reazione dei bond, ma c'entra un'asta pubblica poco felice.

Per la quarta volta negli ultimi sei mesi, l’inflazione core negli Stati Uniti si rivela superiore alle aspettative: +0.45%, mese su mese, rispetto al +0.29% atteso dagli economisti. Questo “shock” genera uno sbilanciamento fra domanda ed offerta, tale da produrre un vistoso gap down per le quotazioni azionarie americane.
Ma hanno fatto scuola DeepSeek e l’annuncio da fine settimana delle tariffe doganali da parte dell’amministrazione Trump: dopo un inizio difficile, Wall Street si risolleva, fin quasi ad annullare le perdite. Comportamento certo confortante, eppure eccezionale: perché lo S&P500 tipicamente da’ il meglio di sé quando l’inflazione si rivela inferiore alle attese. In particolare, quando al contrario il CPI mensile supera di due decimi di punto le attese iniziali, lo S&P peggiora vistosamente dopo l’apertura difficile.

Si è portati a ritenere il mercato azionario evidentemente resiliente, pur a fronte di un trading range in essere dall’inizio di dicembre (pressappoco da quando l’asset allocation è stata riorientata in termini più conservativi). Non a caso i bond hanno confermato le perdite iniziali. Ma qui probabilmente pesa più l’andamento deludente delle aste sul mercato primario, con un rapporto fra domanda ed offerta del Tesoro USA ai minimi da ottobre; che non la delusione per un’inflazione riluttante a percorrere “l’ultimo miglio”. 
Apparentemente dunque gli investitori manifestano un sano scetticismo circa le minacce che si sono avvicendate nelle ultime settimane. Ciò non toglie che il mercato a termine stia rivedendo le sue posizioni sull’easing monetario ufficialmente ancora in essere: dai due tagli dei tassi previsti una settimana fa, si è passati ieri sera ad un solo intervento; e verosimilmente non prima della fine dell’anno, allo stato attuale.
Il mercato azionario ad ogni modo non disapprova.

Il motivo è palese: questo ciclo distensivo è intervenuto per correggere i tassi reali, cresciuti vistosamente per il rientro dell’inflazione; non certo per scongiurare una improbabile recessione. Come mostrato nel 2025 Yearly Outlook, il cammino dei mercati prima e soprattutto dopo l’inaugurazione dell’easing è ben differente. E se alla vigilia dello scorso 20 settembre le dinamiche di mercato apparivano confortanti, quanto sperimentato da allora conferma ulteriormente il parallelo con i precedenti più virtuosi.
Sotto questa prospettiva la lateralità delle ultime dieci settimane a Wall Street si inserisce perfettamente nel solco della previsione formulata a suo tempo. Il Rapporto Giornaliero di oggi illustra chiaramente il percorso che attende la borsa americana nelle prossime settimane.

Gaetano Evangelista 

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