Il mercato azionario USA raggiunge ora gli eccessi

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 27/08/2020 14:51

Sentiment euforico, a giudicare dal Fear&Greed Index, e quotazioni in ipercomprato, stando all'RSI. Come comportarsi? è il caso di tirare i remi in barca? Confermati i target enunciati nelle settimane passate, l'attenzione si sposta sui tassi di interesse reali.

Sospinto dal poderoso settore tecnologico, il mercato azionario americano consegue ieri un nuovo massimo storico. Se il mese di agosto avrebbe dovuto rappresentare una minaccia per le aspirazioni dei rialzisti, ancora una volta le ambizioni dei ribassisti e dei non pochi rimasti alla finestra; sono risultate frustrate.
Inevitabile il travaso di liquidità in atto dai fondi comuni monetari all’Equity, in essere da qualche settimana e di cui abbiamo già fornito prova di recente. Si tratta di una massa di liquidità parcheggiata, superiore ai 4 trilioni di dollari, che ad un certo punto qualcuno potrebbe ben pensare di mettere a frutto; dopo un accantonamento prudenziale che adesso rivela tutta la sua inconsistenza.
Non che difettino aspetti che sottolineano la persistente cautela degli investitori. L’attenzione è puntata sulla volatilità: il VIX risulta pari a due volte e mezzo la volatilità storica mensile; quando normalmente tende a sovrapporsi ad essa. Il VXN, la volatilità del Nasdaq, si attesta sopra il 32%; anche in questo caso, più del doppio rispetto ai livelli infimi raggiunti prima del massimo storico del Composite del 2007. In ambo i casi, si tratta di una anomalia che ben riflette l’acquisto ingente di coperture da parte degli investitori istituzionali.
Ciò ha una precisa conseguenza: in caso di rovescio per eventi esogeni estemporanei, gli investitori sono ben attrezzati per affrontare il peggio, e non ravvisano alcun motivo per lasciarsi andare a vendite incontrollate. I drawdown tendono in simili circostanze ad essere alquanto contenuti: una prospettiva suggerita già in primavera, e che queste settimane estive stanno confermando appieno.
Certo, un mercato in costante miglioramento, oltre ad avvicinare gli obiettivi di lungo periodo su cui ci siamo già soffermati nei giorni passati; produce degli eccessi: segnatamente, una certa euforia da parte degli investitori ed un certo livello di ipercomprato. Di questo ci occupiamo nel Rapporto Giornaliero di oggi.
Ma fin quando la Federal Reserve manterrà la sua politica monetaria ultra-accomodante, sarà difficile immaginare una deviazione consistente dallo spartito. A fronte di tassi nominali congelati in virtù di un controllo di fatto della curva dei rendimenti, le aspettative inflazionistiche continuano a crescere. Questo comprime i rendimenti reali verso nuovi minimi assoluti. Il mercato azionario non potrebbe chiedere nulla di meglio, a giudicare dalla perfetta correlazione inversa vigente fra lo S&P500 e il livello reale dello yield dei Treasury USA.

Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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