I politici tirano un calcio al barattolo: quali effetti per i mercati?

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 04/10/2023 11:30

Ancora una seduta di passione per i titoli di Stato, con il Trentennale americano che perde il 10% dall'inizio dell'anno, e sfiora il -50% in tre anni. Sul fronte azionario i venditori mantengono il controllo, con un vistoso divario fra azioni in rialzo e azioni in ribasso.

 

Il PMI manifatturiero globale tenta di ridurre il ritardo maturato rispetto alla performance di quest’anno dei mercati azionari, risalendo di misura dai livelli di agosto. Conforta soprattutto l’andamento delle subcomponenti, con il rapporto fra nuovi ordini e scorte che rivede i livelli di febbraio 2022.

Questo suggerisce un bottom di un settore minoritario del prodotto interno lordo; eppur vistosamente ciclico, e così rilevante per misurare lo stato di salute dell’economia globale (con contraccolpi per le aree più esposte alla congiuntura internazionale, come Europa, Giappone e Cina). Ma ieri le attenzioni degli investitori erano rivolte altrove.
 

C’è stato un vistoso disappunto per il calcio fornito al barattolo dai politici americani. La questione dello shutdown governativo è stata praticamente rimandata a metà novembre: 45 giorni di estenuanti tira e molla attendono l’opinione pubblica. Non che queste indecisioni non si avvertano a tutti i livelli. Per dirne una, il Credit Default Swap (CDS) a 10 anni degli Stati Uniti, in euro, è tornato ai livelli della scorsa primavera: quando imperversava il dibattito sul raggiunto tetto al debito federale. Il CDS a 5 anni in dollari è raddoppiato rispetto ai livelli di inizio anno.

Come se non bastassero gli altri fattori, questo sta innervosendo il mercato obbligazionario, con i rendimenti decennali saliti ieri ad un nuovo massimo, e con il MOVE – l’equivalente per i Treasury del VIX – schizzato di oltre il 30% in otto sedute: non accadeva da marzo. Chi confidava nel 2023 per un ristoro almeno parziale delle gravi perdite subite lo scorso anno, ha dovuto ricredersi in questi mesi: dall’inizio dell’anno un investimento in Treasury Note decennali ha prodotto una perdita del 3.0%, tenuto conto delle cedole nel frattempo incassate. Un T-Bond segna una performance del -10.07%, sempre in termini “total return”. Brutta storia.

Queste fibrillazioni in una certa misura si trasmettono al mercato azionario, che pur era atteso ad un consolidamento fino al periodo a cavallo fra la fine di settembre e gli inizi di ottobre. Un ottobre incominciato esattamente come era terminato il mese passato.

La pressione in lettera è tale che, mediamente, nelle ultime 50 sedute le azioni in ribasso nel paniere dello S&P500 sono risultate ogni giorno oltre 40, rispetto alle azioni che hanno terminato la seduta in rialzo. Nel Rapporto Giornaliero di oggi ci siamo soffermati sulle implicazioni che un simile controllo del mercato da parte degli Orsi, producono sulle prospettive del mercato azionario per i mesi a venire.

 

di Gaetano Evangelista
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